Torre Ruggiero – Il Sindaco attacca il direttore generale dell' ASP

E’ un attacco diretto,quello del sindaco di Torre di Ruggiero Giuseppe Pitaro contro il direttore generale dell’ASP Gerardo Mancuso,l’ultimo disservizio in ordine di tempo la chiusura al servizio per la dialisi del San Biagio di Chiaravalle Centrale,“Il Lupo perde il pelo, ma non il vizio”.È questo,dice Pitaro, il detto che più trova riscontro sugli attuali vertici dell’ASP di Catanzaro, dal momento che a distanza di pochi giorni dalla Conferenza dei Sindaci, convocata da Abramo presso il Comune di Catanzaro, il D.G. Mancuso e i suoi collaboratori “tornano alla carica” contro l’Ospedale di Chiaravalle Centrale. L’episodio di sabato scorso, raccontato dagli Organi di Stampa secondo cui i Vertici ASP, attraverso una semplice lettera e senza nemmeno preavvertire i medici del reparto di dialisi, avrebbero revocato presso il Laboratorio Analisi i tecnici incaricati e provocato il blocco delle operazioni di dialisi per i malati bisognosi, è davvero grave,continua Pitaro, e preoccupante e da esso traspare un accanimento spietato contro la sanità e le popolazioni del chiaravallese.C’è voluto l’intervento dei Carabinieri di Chiaravalle e del Prefetto di Catanzaro,continua Pitaro, per far rinsavire il Direttore Mancuso ed è per questo che nelle ore serali di sabato scorso, subito dopo l’allarme motivato e preoccupato lanciato dal Dirigente Medico Procopio, è stato possibile reperire un Tecnico di Laboratorio Analisi e permettere ai pazienti di potere beneficiare del servizio analisi. Ci chiediamo, ancora una volta, quale sia la ragione che sta spingendo il Management dell’ASP verso la totale cancellazione dei servizi sanitari anche minimi nel chiaravallese.”Questo è l’ultima cattiveria amministrativa ordita dai vertici ASP, continua Pitaro,ed è per questo e per tutto il male fatto alle popolazioni del basso Jonio e delle Preserre, che nel corso della conferenza dei Sindaci ho chiesto espressamente al D.G. Mancuso di dimettersi dall’incarico. “Rivolgo ancora una volta a Mancuso l’invito a dimettersi, e spero che l’episodio di sabato scorso convinca i colleghi Sindaci del Comprensorio, e dico ciò senza presunzione,conclude il sindaco Giuseppe Pitaro, ad abbandonare la speranza che il D.G. Mancuso e i suoi collaboratori cambino atteggiamento verso la sanità comprensoriale: le disfunzioni e i disservizi provocati sono tanti e tali che peggio di Mancuso non potrà esserci nessuno.”

[box type=”info”] articolo a cura di Gianni Romano[/box]

Gasperina – iniziano le passeggiate notturne

Si è svolta sabato scorso, come previsto, la prima “Passeggiata Notturna tra Montauro e Gasperina sul cammino dei Cavalieri Templari” . Nonostante il clima piuttosto rigido e persino qualche goccia di pioggia caduta poco prima dell’inizio, oltre 40 persone hanno partecipato a questa originale iniziativa ideata da Giuseppe Pisano e sostenuta dal “Legend beach” di Soverato.Dopo un breve giro per il borgo di Montauro alla scoperta dei simboli su vari portali che riconducono alle società segrete ed una piccola mostra fotografica (in piazza Zanardelli) che illustrava alcune particolarità sorprendenti presenti nella chiesa di San Pantaleone (del tutto somiglianti alla chiesa templare francese di Rennes le Chateau), il gruppo si è diretto a piedi verso il borgo di Gasperina, su una strada lunga circa due chilometri interamente con vista sul mare che collega i due paesi. Arrivati a Gasperina – dopo le soste previste lungo il percorso alla fontana “Vrantoni” e alla chiesetta di Sant’Anna – i partecipanti hanno potuto visitare tutte le chiese del centro storico aperte per l’occasione: la chiesa Madre di San Nicola e le filiali di Santa Caterina e San Giuseppe. Ad illustrare i vari arredi sacri presenti nelle tre chiese, il parroco don Carmine Fossella. Tra le pregevoli opere presenti nelle chiese gasperinesi descritte davanti agli occhi stupefatti dei visitatori: il bellissimo Altare maggiore e il particolarissimo Coro ligneo settecentesco della chiesa di San Nicola ; la preziosa tela ottocentesca del Ceravolo della chiesa di Santa Caterina ; la statua della Madonna de La Salette (unica in ambito comprensoriale) e la pregevole statua lignea a mezzo busto di San Giuseppe nella chiesa omonima. Infine – dopo un piccolo intrattenimento musicale a cura di Nino Carnovale e di Sorenzo presso l’anfiteatro – il folto gruppo si è diretto verso il Santuario di Maria SS.ma dei Termini dove ha potuto ammirare, tra l’altro, uno dei più bei panorami dell’intera costa ionica. Le “Passeggiate Notturne” si ripeteranno a partire da sabato prossimo. Per informazioni tel. 388/4330840.

[box type=”info”] articolo di Gianni Romano[/box]

Montepaone- Campo estivo progettato e realizzato dal Centro Diurno di Montepaone lido

Il direttore Dr. Gerardo Mancuso dell’ASP di Catanzaro ha autorizzato il   “ Progetto Arcobaleno 2013” programmato nell’ambito delle attività di riabilitazione psicosociale,  previste dal Centro Diurno del CSM di Montepaone lido diretto dal Direttore Dr. Salvatore Ritrovato. Questo è l’undicesimo anno che si realizza , con la collaborazione di più istituzioni del comprensorio,   un Campo estivo diurno per utenti psichiatrici  della durata di due settimane che si svolge  presso la struttura comunale sita a Montauro Lido messa a disposizione dalla stessa Amministrazione comunale, sindaco dr. Procopio Pantaleone. I  destinatari del progetto sono   25  giovani, di età compresa tra i 18- 40 anni, inseriti in un programma di riabilitazione psicosociale. Quest’anno per la prima volta avremo ospiti anche i giovani dell’Associazione AFADI( associazione famiglie disabili ) di Soverato, allo scopo di sviluppare  concretamente  la cultura dell’auto mutuo aiuto  e rafforzare un rapporto di rete nel nostro comprensorio di appartenenza. Scopo fondamentale del Campo estivo è stato quello di offrire  una  esperienza di  “socializzazione”  e di “indipendenza dalle famiglie” fuori dal contesto terapeutico abituale: una “vacanza” .   Il progetto si è avvale della collaborazione  di 8 operatori del Centro diurno , di 5 tutor esterni, del  coinvolgimento attivo delle famiglie degli stessi utenti. Questo importante e mirato progetto, negli anni, ha inteso porsi come momento di sostegno per le famiglie e per i loro figli che,  entrambi per due settimane, sono stati liberi di vivere reciprocamente  un momento di autonomia e di benessere. Durante lo svolgimento  del campo estivo  vi è   la partecipazione attiva degli utenti  che collaborano per la  preparazione, cura ed igiene dei   locali di accoglienza, l’acquisto  di tutto ciò che serve per una colazione da condividere tutte le mattine prima di recarsi al mare( caffè, frutta, dolci, bevande e spuntini). Il pranzo è previsto  presso il ristorante “ Il Pescatore”,  situato in prossimità della località balneare. Complessivamente si è trattata di  una esperienza  entusiasmante ed intensa per tutti i giovani, la cui  esperienza di convivenza a stretto contatto con  persone nuove favorirà  un alto profilo qualitativo dal punto di vista riabilitativo.  Gli obiettivi di tale intervento sono: l’auto mutuo aiuto,  l’autonomia dalle famiglie e l’autogestione in un contesto libero: il mare, la spiaggia, una struttura adattata a campeggio, la sana concorrenza di un campionato. E’ stata necessaria una organizzazione  giornaliera individuale di tutti i partecipanti,  attraverso lo sviluppo di nuove modalità di relazione e di convivenza sociale. Il programma della “ Vacanza”  prevede  anche  un campionato a cui aderiranno  tutti partecipanti divisi in due squadre che  gareggeranno  con entusiasmo e spirito concorrenziale nelle gare previste e  tutti i  concorrenti sono stati premiati con le  medaglie. Negli anni di questa esperienza, al di la di quanto è emerso  di ludico e divertente nel “Progetto Arcobaleno”,  la sua realizzazione ha consentito di  cogliere,  da parte degli operatori impegnati sul campo, i risultati del programma di lavoro riabilitativo individualizzato, che è stato acquisito da  ogni partecipante a piccoli step.Infine l’esperienza altamente positiva  ha rafforzato  i rapporti tra gli operatori stessi e di conseguenza si è arricchita  anche la relazione tra  operatori,  famiglie ed utenti coinvolti nel progetto. Hanno aderito al progetto a diverso titolo i seguenti operatori:  Dr. Rosa Conca responsabile del Centro Diurno, l’ass. soc. Dr.ssa Graziella Massara, inf. Prof., Lorenzo Marino, Papa Rosaria, Pasquini Marina, Stratoti Maria, economo Franco Roberto, coll. Napoli Antonio. Volontari dell’Associazione AMA  che hanno collaborato alla realizzazione del  progetto: inf. prof. Antonella Fabio, dr.ssa  Carmen Corea,  Messina Innocenzo, Scarpino Rosaria, Greto Marinella,  la Tirocinante  dr.ssa Imma Tino.

[box type=”info”] articolo di Gianni Romano[/box]

PETRIZZI: CENTO ANNI DI STORIA IN UN LIBRO DI TOTO’ GIORLA

Eravamo diversi e, forse, anche migliori di oggi perché in quegli anni l’amicizia era sincera e a ciascuno di noi bastava un niente per essere felice: un bicchier di vino, una strimpellata di chitarra, una scampagnata appena fuori paese”.È la prima considerazione di Totò Giorla, autore del volume “Petrizzi, come eravamo”, pubblicato in questi giorni dalle Edizioni Ursini, che raccoglie più di 250 foto degli ultimi 90 anni. Il libro, tuttavia, non è un testo di soli ricordi; è soprattutto il risultato dell’amore filiale di Giorla nei confronti del paese che gli ha dato i natali, dal quale non si è mai allontanato, se non per motivi professionali.“Il motivo primario di questa pubblicazione – aggiunge l’autore – è stato quello di suscitare interesse intorno alle radici storiche d’un tempo andato e di trasmettere alle nuove generazioni quanto i nostri concittadini degli anni passati hanno saputo costruire all’interno di questo paese con quotidiana dedizione, nel segno di un’amicizia e di un dialogo a tutto campo”.E così, Totò Giorla attraverso una serie di foto raccolte nell’arco di un trentennio, ricorda personaggi illustri come il medico-colonnello Antonio Aracri, oculista della Casa Reale, il barone Diego Marincola, il dottor Luigi Tucci, medico di famiglia e poeta amato da tutti, il farmacista Achille Fera, uomo di grande abilità oratoria e di sincera passione politica, ma anche Colombino Giorla, don Francesco Ursino, stimato docente di italiano e latino, gli arcipreti don Domenico Sinopoli e don Bruno Samà, tanto per citarne alcuni. Giorla tuttavia non si limita a ricordare solo i concittadini più illustri, ma ripercorre la storia del paese citando altri “personaggi”, certamente meno noti al di là dei confini del territorio, ma molto cari ai petrizzesi. Tra questi: don Luigino Pirrò, i maestri Gianni Battaglia, Peppino Curcio, Pietro Giorla, Pietro Caristo, il barbiere Pepè Condò, e Nicola Santopolo. “L’autore – scrive Fulvio Castellani introducendo il volume – ha raccolto attorno a sé una ricca documentazione legata all’ambiente, alla storia, alle usanze, alle bellezze architettoniche, ai profumi di ginestra e di zagare, all’antica roccia di Petrizzi, al fiume Beltrame, alle spesse mura che circondavano il borgo, alle due porte che immettevano al paese (dopo l’alluvione del 1962 è rimasta soltanto la porta ‘e jusu), alle grandi opere granitiche che marchiano di sé molti angoli dell’antico borgo, alle fontane, al territorio montano costiero che dal Golfo di Squillace sale alle Serre, alle famiglie che hanno dato lustro al territorio e a quanti hanno vivacizzato, con la loro presenza attiva, tradizioni e pagine di un grande diario d’amore per la propria terra d’origine, dando alla stessa notorietà e lustro. Un libro, insomma, – pubblicato in elegante veste grafica da un altro attuale illustre “petrizzotu”, l’editore Vincenzo Ursini – che è un archivio a viso aperto e che certamente costituirà motivo di ulteriore orgoglio per la comunità. È un mosaico di piccole grandi realtà, di microstorie e di sfumature policrome che vanno ben oltre lo spazio temporale e che si proiettano a richiamare a sé, magari con il gruppo in gola, quanti vi si ritrovano e si rivedono com’erano in anni ormai archiviati e quanti, di rimando, cercano in quelle immagini ciò che erano i “petrizzoti” allorquando il progresso sfrenato di ora viveva soltanto nell’immaginario collettivo.

[box type=”info”] articolo di Gianni Romano[/box]

SOVERATO – WUSHU-KUNGFU importante stage del Maestro Massimo Scalzo

Si è svolto ad Alessandria, Piemonte, nei giorni scorsi, l’ultimo stage di Wushu-KungFu    tenuto dal Maestro Massimo Scalzo, direttore Tecnico dell’Istituto Wushu-KungFu di Soverato nonché Direttore Ricerca e Didattica dell’Accademia Nazionale Wushu- KungFu di Catanzaro e del gruppo WASAC Italia.Lo stage, evento molto atteso nella cittadina piemontese, ha riguardato l’avanzamento ed il perfezionamento dello stile Nan Quan “la boxe del sud della Cina” e del Nan Gun “Bastone del sud della Cina” materie di studio per le quali si sono svolte ben 12 intense ore di allenamento in due giorni.Hanno partecipato allo stage oltre trenta atleti tra cui istruttori, maestri ed agonisti, che hanno avuto l’occasione di perfezionare ed affinare le tecniche fondamentali dello stile in questione ed avanzare nel programma ufficiale codificato.  Particolare attenzione è stata rivolta alla metodologia d’allenamento del Wushu moderno in generale con lo studio di tecniche ed esercizi particolari, mirati al miglioramento di quelle qualità indispensabili per una corretta interpretazione della tecnica a mano nuda e con le armi.A fine Stage il  Maestro Scalzo, in qualità di membro della Commissione Nazionale PWKA, ha esaminato ed assegnato a tutti i partecipanti il relativo livello raggiunto nel Nan Quan moderno codificato.Il Maestro Massimo Scalzo, è stato capace anche questa volta di accontentare tutti i partecipanti, dai principianti ai più esperti ed avanzati, dirigendo con grande professionalità anche quest’ultimo stage, dove sono stati inevitabili i progressi di tutti gli atleti presenti, che si sono dedicati con impegno e grande interesse allo stage, assimilando al meglio le spiegazioni tecniche e teoriche grazie alla particolare metodologia di insegnamento tipica delle scuole di Wushu-KungFu in Cina. Si è concluso così un altro grande lavoro portato a termine dal Maestro Scalzo, impegnato quest’anno come non mai sul territorio nazionale nell’insegnamento del Wushu-KungFu  tradizionale e moderno in tutte le sue specialità codificate.

[box type=”info”] articolo di Gianni Romano[/box]

Montepaone – tra i fan in pizzeria

Una serata nella nota pizzeria “Il Ghiottone”di Montepaone lido per il calciatore Daniele Cacia, capocannoniere di serie B,che grazie alle sue magie ha fatto volare in serie A, la sua squadra il Verona. Tanti all’interno del famoso locale lo hanno riconosciuto, solita fila per autografi e foto di rito. Daniele Cacia, tra uno sfilatino della casa e altre specialità, non si è sottratto all’affetto dei suoi fan. Una giornata memorabile iniziata al comune di Catanzaro dove, il sindaco Sergio Abramo aveva inteso premiare l’atleta catanzarese che tanto bene sta facendo, sia come sportivo ma soprattutto come modello di vita. Giustamente  emozionato e stupito dalla folla di ragazzini di alcune scuole calcio che aveva riempito la sala concerti del Comune. Cacia quasi 30 anni, catanzarese del quartiere S.Elia, centravanti del Verona che quest’anno è tornato in serie A grazie e soprattutto ai suoi 24 goal, ha con la sua città un legame forte che esprime non solo quando viene a trovare la famiglia. Le sue origini emergono spontaneamente giorno dopo giorno grazie alla sua inequivocabile cadenza linguistica che gli anni vissuti tra Torino, Verona e Piacenza hanno modificato ben poco.

[box type=”info”] articolo di Gianni Romano[/box]

Montepaone – beach tennis

Un successo di presenze per l’edizione del beach tennis organizzato dall’associazione italiana tennis e Antonio Stella con il patrocinio del comune di Montepaone. La sede del torneo è stata la lunga e bianca spiaggia adiacente lo stabilimento balneare “Medea” vero fiore all’occhiello di Montepaone  con sullo sfondo  i colori del mare mare azzurro e cristallino  del golfo di Squillace.  Quindici i campi allestiti sulla spiaggia dove gli atleti provenienti da tutta la penisola si sono dati  battaglia a colpi di voleè e di rovesci. Un successo annunciato che ha fatto di Montepaone la capitale del turismo sportivo per un giorno. La sera poi allo stabilimento balneare Medea la cerimonia di premiazione, coppe targhe e riconoscimenti per tutti i partecipanti, alla presenza dei massimi esponenti della FIT, di Antonio Stella del vice sindaco di Montepaone Giuseppe Macrì e del presidente del consiglio comunale Tina Montillo.

[box type=”info”] articolo e foto di Gianni Romano[/box]

Montepaone – museo civiltà contadina e antichi mestieri a cura dell'associazione “Ri…vivi…amo Montepaone.

Continuano le iniziative dell’associazione culturale” Ri…vivi…amo Montepaone, “una associazione che grazie alle sue continue iniziative tiene vivi gli usi,costumi e ricordi della storia,impedendo che si possa dimentica del bello che esiste nei borghi antichi come il centro storico di Montepaone,e proseguendo nell’attuazione della propria programmazione, intende allestire una mostra museo di oggetti che testimoniano la civiltà contadina e vecchi mestieri,allo scopo il comune di Montepaone vista la richiesta dell’associazione con cui  ha chiesto l’autorizzazione all’utilizzo di alcune sale di Palazzo Cesare Pirrò,possibilmente i locali in uso alla parrocchia, posti al piano terra  si chiede inoltre l’autorizzazione all’utilizzo del campo sportivo sito in località “Ciaramidìo”, dal 20 luglio al 20 agosto2013  in quanto intende organizzare un torneo di calcetto, (II memorial). Il comune di Montepaone autorizzava l’associazione  che grazie alle sue continue manifestazioni stanno portando nel centro storico,significative presenze. L’Associazione Culturale “Ri Vivi Amo Montepaone” nasce nella primavera del 2011 e si costituisce nel mese di Ottobre dello stesso anno.L’organismo è apartitico e accoglie tutti i cittadini desiderosi di difendere e di affermare la loro identità e le loro radici; e  che condividono  l’ interesse di  valorizzare e promuovere il patrimonio culturale.Il Presidente, Marianna  Migliano, insieme  al Direttivo e ai soci tutti, si prodiga nella promozione di attività, manifestazioni ed eventi che mettono in risalto saperi e  luoghi di interesse del centro storico, offrendo anche spazi di impegno, di confronto e di aggregazione fra i cittadini intenzionati al recupero della vita sociale e culturale del paese.L’innovazione principale di questo organismo culturale è  la ricerca e l’analisi delle risorse del territorio, mettendone in luce i valori dal punto di vista culturale, storico, naturalistico – ambientale, artigianale e delle tradizioni, per  sensibilizzare e contribuire a formare, sia nel pubblico che nel privato, comportamenti nuovi capaci di sfruttare al meglio le risorse locali. Le numerose iniziative svolte finora sono la testimonianza dell’ impegno profuso dai soci e la verifica degli  obiettivi programmati. L’Associazione vuole essere, inoltre, un punto di riferimento per quei numerosi concittadini che abbiano delle idee o dei progetti  finalizzati a produrre e trasmettere cultura; consapevoli che questo paese vanta personalità impegnate nell’arte, nella poesia, nella musica e altro.

[box type=”info”] articolo a cura di Gianni Romano[/box]

nelle librerie “l’Italia che (non) va”scritto dal colonnello Salvatore Grenci

È uscito a cura della Falco editore,il libro “l’Italia che (non)va,scritto dal colonnello Salvatore Grenci,originario di Guardavalle ,ma residente da anni a Torino,dove opera come giudice di pace,un punto di vista alquanto privilegiato il suo che raccoglie in questo libro fatti,misfatti,luoghi di malaffare,mafia corruzione e tanta,ma tanta malapolitica,come ribadisce più volte Grenci nel suo libro,nonostante anni di malaffare niente è cambiato e se possibile anzi è peggiorato,scandali che esplodono giornalmente e che rischiano di assuefare il cittadino dai continui intrecci,mafia,stato,politica,ma invece come tende a dimostrare Grenci la attenzione deve necessariamente restare alta,anzi come dice lui possibilmente parlare a voce alta e farsi sentire quando è il caso. Ma in questo corposo libro Salvatore Grenci ne ha per tutti,cittadini toccati nei suoi capitali,anni di bugie sui conti della penisola,con i rimedi alquanto maldestri del governo italiano,per passare poi alle auto blu,alle scorte,alla P3 e alla P4,ai falsi poveri e ai falsi invalidi,cè poco da stare allegri leggendo questo libro,ma lo scopo di Salvatore Grenci è quello di fare aprire gli occhi e la mente al lettore di turno,Grenci tocca molte tipologie di malaffare,dai rifiuti,alle regioni ,alla tanto bistrattata sanità,un autentico colabrodo,i processi con ritardi endemici,ma ancora magistrati infedeli e magistratura ordinaria. Ma Grenci dice anche che non tutto è contaminato dal malaffare,non si può certo fare di tutta l’erba un fascio,ma Grenci ribadisce anche che l’Italia in tutte le classifiche europee e mondiali occupa i primi posti per negatività e gli ultimi per le (poche)posività,questo sicuramente è un dato di cui non andare fieri,ma Grenci non si vuole ergere a paladino con ricette miracolose,lui dall’alto della sua posizione essendo un colonnello ha un punto di vista privilegiato sul paese sempre più preso dall’imbarbarimento,parte forte il libro citando addirittura il Quirinale,una serie impressionanti di numeri e cifre,considerando che di norma il bilancio del Quirinale è segreto per prassi consolidata mentre alla casa bianca, il bilancio si legge tranquillamente dal salotto di casa su internet. Grenci poi si addentra in iter amministrativi e legislativi  con molti tentativi di riforme citati con dovizia di particolari,passando poi per la composizione dei governi,con formazioni,schieramenti e solite promesse da marinaio. Tagli alle spese inutili ma che inutili non sono, spese sociali,pensionati ,sanità,come colpire l’anello debole del sistema,una ricerca specifica sulle spese folli per il post terremoto da cui emerge che si spendono non si sa come 123 milioni di euro,ma Grenci non poteva non parlare di crisi economica tutt’altro che risolta,anzi come dice lui non è assolutamente alle nostre spalle e i timidi segnali di ripresa si vedono all’orizzonte. Un libro forte che appassiona e che conta ben 608 pagine,questa è L’Italia che (non)va,come dice Salvatore Grenci,l’importante è saperlo,conoscere,alzare la testa e la voce quando necessario.

[box type=”info”] articolo di Gianni Romano[/box]

Squillace – brillanti affermazioni palestra “Funakoshi club”Karate

Brillanti risultati ottenuti dalla palestra “Funakoshi  karate club”del maestro 6°dan Pietro Fiorentino agli assoluti tenutesi al palazzetto dello sport di Nicastro,una gara nazionale che ha vista la nota palestra di Squillace lido,fare incetta di medaglie questo grazie alla cura con cui sono stati preparati dal maestro Fiorentino gli atleti che hanno preso parte agli incontri,gli atleti che salivano sul podio sono Mauro Donna 1°classificato katà e 2°classificato nel kumitè,Danieli Carlotta 1°classificata kumitè e 2°classificata nei katà,Giurgiu Danieb 1° classificato kumitè e 2°classificato nel katà,Cavallaro Pietro 1°classificato katà e 2° classificato nel kumitè,Froiio Lorenzo 1° classificato katà e 2° classificato kumitè,Errico Matteo 1° classificato kumitè e  2° classificato nel katà,Alfieri Francesco 2 ° classificato nel katà e 2° classificato nel kumitè,Calabretta Michela 3° classificata nel kumitè e 3° classificata katà,mentre i ragazzini di gruppo si sono classificati al 3° posto.  Il Karate  è un’arte marziale nata nelle Isole Ryukyu, (oggi Okinawa), in Giappone. Fu sviluppato dai metodi di combattimento indigeni chiamati: te (, letteralmente: “mano vuota”?) e dal kenpō cinese.Prevede la difesa a mani nude, senza l’ausilio di armi, anche se la pratica del Kobudo di Okinawa, che prevede l’ausilio delle armi tradizionali (Bo, Tonfa, Sai, Nunchaku, Kama), è strettamente collegata alla pratica del Karate. Attualmente viene praticato in versione sportiva (privato della sua componente marziale e finalizzata ai risultati competitivi tipici dell’agonismo occidentale) e in versione arte marziale tradizionale per difesa personale. Nel passato era studiato e praticato solo da uomini, ma col passare dei secoli anche le donne si sono avvicinate a questa disciplina. Il Karate fu sviluppato nel Regno delle Ryūkyū prima della sua annessione al Giappone nel XIX secolo. Fu portato sul continente giapponese durante il periodo degli scambi culturali fra i nipponici e gli abitanti delle Ryukyu. Nel 1922 il Ministero dell’Educazione Giapponese invitò Gichin Funakoshi a Tokyo per una dimostrazione di karate. Nel 1924 l’Università Keio istituì in Giappone il primo club universitario di Karate, e nel 1932 tutte le maggiori università avevano i loro club. In un’epoca di crescente militarismo giapponese, il nome fu modificato da mano cinese (, mano cinese?) a mano vuota (mano vuota?)– che in entrambi i modi viene pronunciato karate – ad indicare che i nipponici svilupparono una forma di combattimento di stile giapponese. Dopo la Seconda Guerra Mondiale Okinawa divenne un importante sito militare statunitense, ed il Karate popolare tra i soldati stanziati sulle isole.

[box type=”info”] articolo di Gianni Romano[/box]

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