Soverato (Cz) – Dieci settembre,tutto si ferma e partono i ricordi,una alluvione devastante nel campeggio le giare causò tredici vittime,di cui una quella di Vinicio Caliò non venne mai ritrovata,una giornata per non dimenticare,una giornata stampata in modo indelebile  e che serva da monito a tutte le amministrazioni comunali,il dissesto e la non cura del territorio porta  a questi tristi risultati,presenti il sindaco Ernesto Alecci,l’amministrazione comunale con Salvatore Riccio,il presidente del consiglio  Emanuele Salatino,Vittorio Sica,Antonio Rattà e Vittoria Ciaccio,il parroco don Pasquale Rondinelli,i parenti delle vittime,il presidente della proloco Franco Cervadoro,la guardia costiera,la guardia di finanza,i carabinieri con il tenente Gammone e il luogo tenente Giuseppe Di Cello,la polizia stradale,i vigili del fuoco e la polizia municipale. Sul luogo sono stati depositati  da tempo,tredici grossi massi  con incisi i nomi delle vittime,una santa messa è stata celebrata da don Pasquale Rondinelli,parole di fede e di speranza ma anche di monito all’uomo”più rispetto per l’ambiente e più rispetto per l’uomo,preghiamo oggi per la dignità delle persone,”ma dure anche le parole del sindaco Ernesto alecci”,una ferita che brucia e non deve rimarginarsi,la città di Soverato non dimentica, bisogna amministrare con senso di responsabilità,questo è l’esempio della non cura dei luoghi che ha portato questa disgrazia ma che sia da monito a tutti gli amministratori,perché la tutela del territorio porti sicurezza e non disgrazie come questa.” Ma si è registrata anche qualche polemica,tra i parenti,Luca Caliò fratello dello scomparso Vinicio,”ci ricordiamo di questo luogo solo in questa  triste occasione,il sito non è mantenuto come dovrebbe essere,un luogo di preghiera e di dolore,anche oggi registriamo la pesante assenza dell’Unitalsi  e della prefettura di Catanzaro che non ha inteso inviare nessun rappresentante,io spesso vengo con mia madre a pregare in questo luogo e manteniamo noi il decoro,pulendo e innaffiando le palme presenti”. Anche Annarita Simone figlia dello scomparso Salvatore,polemizza con una frase dell’Unitalsi apparsa su un sito web,”L’Unitalsi sez. di Catanzaro ha detto di avere ripreso i campi estivi,e di questo sono  molto contenta dice Annarita,ma la frase non tutto è perduto,tutto è distrutto, non è certo un buon ricordo per mio padre e le altre vittime,tutto si è perduto quella notte ma  non la fede e il ricordo degli scomparsi,una frase infelice che mi mortifica.” “Sono trascorsi molti  anni dalla tragedia del camping ‘Le Giare’, eppure resta nitido il ricordo della furia dell’acqua, del fango, della devastazione, delle tredici vite spazzate via nell’inferno di una notte”. “Impossibile dimenticare il dolore, le lacrime, il sacrificio e l’impotenza dei soccorritori, la commossa vicinanza di un’intera regione che a Soverato ha la sua ferita più profonda. Questo ricordo deve costantemente guidare la costruzione del nostro futuro. Non c’è altro modo di rendere omaggio a quegli uomini e a quelle donne strappati alle loro vite, ai loro affetti, se non quello di impegnarsi ogni giorno, fattivamente, per evitare che tragedie come quella consumata lungo il letto del Beltrame si possano ripetere. Le istituzioni, ciascun cittadino, hanno il dovere di trattare la natura con rispetto, di non violentarla nella dissennata ricerca di un utile personale. Siamo ancora lontani dall’obiettivo di mettere in sicurezza un territorio difficile come quello calabrese, eppure, rispetto al passato, c’è una sensibilità diversa e una maggiore attenzione delle istituzioni rispetto alla prevenzione del rischio idrogeologico,tanto forse si è fatto,ma tanto,tantissimo resta ancora da fare.

[box type=”info”] Gianni Romano[/box]

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