“Ho solo applicato norme e regolamenti. Se, in passato, questo non avveniva, non è un mio problema”. Contrattacca così il presidente dell’Ambito territoriale di caccia “Catanzaro 2”, Giuseppe Maida, oggetto di una mozione di sfiducia promossa dai due vicepresidente Antonio Giglio e Bruno Mannello. Le accuse, nei confronti del presidente, sono relative alla “situazione di totale incertezza” riguardo l’assegnazione delle aree destinate alle squadre per la caccia al cinghiale. Incertezza che, in verità, secondo Maida non esiste. “In questi mesi – ha spiegato – l’intero comparto è stato regolamentato con continue disposizioni da parte della Regione Calabria (scadenze, deroghe, diffide) che noi abbiamo applicato alla lettera, com’era nostro dovere. Proprio per tale motivo, i dirigenti della Regione hanno elogiato la nostra conduzione ponendoci ad esempio per tutti gli Atc calabresi. Il mancato rispetto di obblighi normativi – ha spiegato Maida – ha comportato l’esclusione di alcune squadre, 4 su 38, ma le deliberazioni assunte in merito dal CdA dell’Ambito territoriale sono sempre state approvate all’unanimità. Attribuire, oggi, colpe al presidente e scaricare le responsabilità di quanto accaduto sulla mia persona è davvero ridicolo. C’erano delle scadenze obbligatorie da rispettare (10 luglio, 10 settembre) per presentare domande e versamenti. Chi non ha ottemperato nei termini è stato escluso. Tutto qui. Il vero scandalo arriva oggi da chi, prima, ha votato in un modo e, adesso, vorrebbe cambiare le carte in tavola. Sospetto, peraltro, che dietro ci sia una sorta di regia politica. Un tentativo di colpire la persona Pino Maida, in quanto esponente del Pd. Mi suona strano, ad esempio, che pochi giorni prima della mozione di sfiducia sia uscito sulla stampa un comunicato dell’Ncd, a firma di Santo Sestito, che metteva sul tavolo la stessa vicenda poi utilizzata da Giglio per attaccarmi. In tutta questa storia c’è qualcosa di poco chiaro. L’unica certezza è che io non derogo da norme e regolamenti. Non avallo illegittimità. Il mio modus operandi è la legalità. Questo deve essere chiaro per tutti”.

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