Gasperina ha scritto una bella pagina nella sua storia,inaugurata una piazzetta e allocato il busto bronzeo di don Francesco Antonio Caruso servo di Dio,Nato a Gasperina (CZ) il 7 dicembre 1879 è stato ordinato sacerdote il 19 aprile 1908. Fu parroco di Sellia e poi della Stella in Catanzaro. Ricoprì l’ufficio di Rettore e Padre Spirituale del Seminario e fu Penitenziere della Cattedrale. Visse il suo sacerdozio con entusiasmo e amò senza limiti. Il suo motto: “Solo Dio e le anime”. Fondò la Casa dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria per gli orfani. Morì in Gasperina il 18 ottobre 1951. E’ avviata la causa di beatificazione,con il postulatore diocesano don Roberto Corapi che si è concluso l’anno scorso con una grande giornata  di fede presso il duomo di Catanzaro,e a Gasperina presenti per l’evento S.E. Mond. Vincenzo Bertolone,Mons. Raffaele Facciolo,don Carmelo Fossello parroco di Gasperina,don Roberto Corapi postulatore diocesano,padre Pasquale Pitari,don Innocenzo Lombardo,il sindaco di Gasperina Gregorio Gellello,l’ex sindaco Domenico Lomanni,l’amministrazione comunale,i carabinieri della locale stazione con il comandante Domenico Misogano,e tutto il paese che si è stretto al suo servo di Dio,particolare e sentito il discorso del sindaco Gallello,”Eccellenza Reverendissima,la comunità di Gasperina vede nella Sua odierna presenza un segno forte di quanto la Chiesa cattolica sia attenta all’opera evangelizzatrice di don Caruso.Gasperina, come Lei ben potrà immaginare, ha sempre coniugato la propria vita sociale con le fondamenta religiose del cattolicesimo. In alcuni tratti storici non si comprende dove si interrompa la vita religiosa di questo paese per dare inizio alle altre sfaccettature che una comunità vive; è un continuo che ha permesso di avere identità serie e durature.Don Caruso, pertanto, si forma in questo contesto. Oggi, la sua opera viene a rappresentare un riferimento sicuro, in un mondo che, correndo verso una forte secolarizzazione, con confusione ha saputo sostituire alcune nobili categorie valoriali con altre di ordine pratico di fattura decisamente minore.Papa Francesco nella sua ultima intervista a “La Civiltà cattolica” ha parlato della sua visione della Chiesa “come un ospedale da campo dopo la battaglia”; ma è la società intera piena di feriti proprio perché tutti abbiamo abbandonato approdi sicuri. Questa è la battaglia che la contemporaneità ha perso. Siamo tutti feriti senza distinzione di credo religioso o politico. La testimonianza di don Caruso fa riemergere dalla confusione concetti come giusto, bello, buono, vero, sacro che, dinnanzi all’odierno pensiero dell’utile, appaiono non più il fine primario, ma, nella migliore delle ipotesi, un’appendice dignitosa, poco stimati, giudicati un prodotto intellettuale ozioso e antiquato. Eccellenza Reverendissima, la ringrazio ancora una volta, a nome del Consiglio Comunale e dell’intera comunità gasperinese per questa Sua preziosa presenza, nella speranza che l’opera di don Caruso possa aiutarci meglio a mettere in moto quel “discernimento”, tanto caro a papa Francesco e tanto utile a tutti noi per poter guarire dalle nostre ferite.  “

[box type=”info”] a cura di Gianni Romano[/box]

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