È stato presentato, nell’ambito della V edizione di Visioni contemporanee, inaugurata qualche settimana fa in occasione della XI giornata del contemporaneo promossa da AMACI, presso la Casa d’arte “Visioni mediterranee” di Montepaone, il libro di Massimiliano Capalbo, “La terra dei recinti”. Il volume, che ha avuto negli ultimi mesi grande attenzione da parte dei media e del pubblico, è riuscito in qualche modo a lanciare una provocazione molto utile per provare a ripensare la condizione di oggettiva arretratezza economica della nostra regione in un’ottica diversa dalla consueta. I dibattiti e i libri sulla “questione meridionale” sono diventati ormai un genere letterario, come pure i convegni, gli incontri, gli studi… un modo per gli intellettuali di foraggiare se stessi, piuttosto che di provare a incidere positivamente sulla realtà. Così, Massimo Iiritano ha esordito presentando l’autore, nell’apertura di un confronto che si è dimostrato assai stimolante e ricco di riflessioni e contributi, da parte dei presenti. Molto interessante soprattutto il confronto con i giovani artisti, Stillo e Cannistrà, autori delle opere e dell’installazione ambientale in mezzo alle quali ha avuto luogo la conversazione con Capalbo. Un confronto dal quale son emerse possibilità e idee concrete per sperimentare nei fatti la possibilità di proporre vie nuove, progetti innovativi, per smuovere la palude in cui si rischia altrimenti di venire risucchiati. La retorica del vittimismo e il male atavico della diffidenza reciproca, sono infatti, nella presentazione di Capalbo, alcune delle più pesanti zavorre che non ci consentono di uscire da quei recinti fisici e psicologici nei quali siamo stati da sempre rinchiusi. La via d’uscita, proposta da Capalbo e da Iiritano, è stata dunque quella della capacità di scommettere sulle proprie “visioni”, di provare a immaginare vie diverse, scelte autenticamente alternative. Si tratta della via intrapresa da quelle rete di “imprese eretiche” di cui Capalbo è stato l’ideatore, e di cui la Casa d’arte di Montepaone fa parte. Una possibilità nuova, per il territorio montepaonese, di mettersi in relazione con esperienze imprenditoriali creative che sono disseminate in tutta la Calabria, e non solo. Molto significativa, in tal senso, anche la presenza di Roberta Caruso, che ha testimoniato da parte sua l’esperienza intrapresa con la sua “Home for creativity” a Montalto Uffugo, realtà con la quale Visioni mediterranee ha già in progetto una fitta e intensa collaborazione. L’incontro era stato preceduto, nel pomeriggio, da un altro momento di creatività: un divertente e animato laboratorio che gli artisti e la curatrice Lara Caccia avevano condotto con i bambini presenti, guidati alla scoperta di piccole e grandi “visioni”, fino alla costruzione di un proprio personale caleidoscopio.

[box type=”info”] Gianni Romano[/box]

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