A Stalettì una mano crudele sta gettando delle esche avvelenate,causando la morte tra atroci sofferenze di gatti randagi,gatti indifesi,alla ricerca solo di una mano buona e caritatevole che possa dargli una tazza di latte  o altro,ma invece qualcuno pensa che questi randagi siano un problema e stanno gettando in più punti in paese queste polpette intrise dal veleno,sono molti i randagi trovati morti,di questo è stato informato il comandante della stazione carabinieri di Gasperina,mentre le esche avvelenate sono state rinvenute e mandate per i dovuti controlli agli enti di competenza. Il fenomeno dei bocconi avvelenati è tanto grave e diffuso quanto poco considerato e conosciuto. Si tratta di una pratica crudele con cui si provoca la morte di un animale tramite l’ingestione di un’esca (come una polpetta avvelenata). Benchè i dati noti siano estremamente scarsi, si può stimare che il fenomeno ogni anno coinvolga, da una parte all’altra d’Italia (con alcune regioni di spicco, tra cui Toscana, Umbria e Abruzzo), migliaia di animali selvatici, randagi e domestici. L’animale vittima dell’esca muore di una morte atroce: molti dei veleni usati per preparare le esche agiscono lasciando l’animale completamente lucido tra gli spasmi della sofferenza fino al sopraggiungere della morte. In Italia, la detenzione e l’abbandono di bocconi avvelenati (comprese esche con metalli, vetri o plastiche) è un reato così come disposto dall’ordinanza del 18 dicembre 2008; l’avvelenamento di un animale è un reato del codice penale, ovvero uccisione di animali (legge 189/2004), punibile con la reclusione fino a 18 mesi; la distribuzione di sostanze velenose è un reato punibile con la reclusione fino a tre anni e una multa fino a 500 euro (art. 146 del Testo Unico delle Leggi Sanitarie).

[box type=”info”] Gianni Romano[/box]

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