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Continua il nostro viaggio,nei borghi intatti calabresi,questa volta tappa a Montepaone centro storico,il nostro accompagnatore in questo viaggio nella storia,è il docente dell’istituto salesiano Saverio Candelieri,un vero e profondo conoscitore della storia locale,Montepaone è una ridente cittadina in provincia di Catanzaro con una popolazione di 4.454 abitanti e con un territorio di 16,95 Kmq. Confina con i comuni di Soverato, Montauro, Gasperina. Arroccato su una collina a circa 360 m.sl.m affacciandosi sullo scenario limpido del Golfo di Squillace si erge il centro storico. È parere di tutti gli storici calabresi che Montepaone sorse sulle rovine dell’antica Aurunco, verso valle, non lontana dall’attuale centro storico. Certo è difficile stabile con precisione la fondazione di Aurunco e tra le ipotesi formulate vi è anche quella che vuole Aurunco come gemmazione degli Aurunci laziali arrivati fin qui e stanziatisi nella piana compresa tra l’attuale Montepaone Lido e Pietragrande, accanto alla piana di Sajnaro o Sanguinario (confinante, a sud, con il torrente Beltrame). Si narra che qui si affrontarono, in una sanguinosa battaglia, Annibale e i consoli romani Marco Claudio Marcello e Tito Quinzio Crispino durante la seconda guerra punica. Lo storico Giovanni Domenico Tassone ci porta notizia di un documento nel quale si parla dei beni attribuiti alla Certosa di Serra San Bruno e afferma che: “Quel casale, ossia la terra di Monte Pavone, 
un tempo Arunco fu dato in successione e che in seguito gli abitanti si trasferirono in un luogo più elevato per difendersi dalle incursioni dei Turchi”. Altre testimonianze ci vengono dalle scritture del Giovanni Fiore che nel 1514 scrive: «Un uomo vecchio, qual vantava un’età d’anni cento fece una deposizione al Regio Fisco nella quale affermava che l’oggidì Monte Pavone fosse l’antico Adunco». Ed è probabile che l’antica Aurunco trasferitasi più a monte, abbia mutato il proprio nome in Montepavone, con riferimento, molto probabilmente, alla «bellezza della positura». Si incomincia ad avere notizie di Montepaone a partire dal XII secolo quando era annoverato tra i possedimenti di Santa Maria d’Arsaffia. Nel 1094, infatti, il conte Ruggero il Normanno cedette al monastero di Santo Stefano del Bosco tre villaggi: Arunco, l’odierno Montepaone, Montauro ed Olibano, l’odierna Gasperina. Di quel mondo monastico sopravanzano i ruderi dell’antico complesso di San Nicola de Potamo legato al nome di Basilio Scamardì santo monaco italo-greco che a Montepaone ebbe i natali ricordato in calendario il 4 novembre . Dal XII sec. in poi si parlerà di Montepaone e non più di Aurunco o Monte Pavone .Questo assetto si protrasse fino al 1486 quando il generale di Calabria Federico D’Aragona assegnò il feudo di Montepaone ai coniugi Giacomo Carbone e Citarella Ritondo. Nel 1497 fu assegnata al principato di Squillace. Nel 1506 passò nelle mani di Galeotto Caraffa per essere infine alienato in favore della certosa di Serra san Bruno fino al 1806. Interessante per determinare la veridicità della storia di Annibale, potrebbe essere il ritrovamento, nell’ottobre 1951 dopo un alluvione, in una voragine apertasi nel letto del fiume Grizzo, una grande anfora d’argilla contenente un teschio umano appartenente ad un uomo importante ucciso in battaglia e decorato all’onore militare.Gli storici del periodo pensarono che il teschio fosse quello del console Marcello probabilmente per il fatto che a motivo della morte di molti soldati il fiume Grizzo assunse la denominazione di Milites e qualcuno ha pensato di poter ritenere che tra quei soldati ci fosse lo stesso console Marcello. Nel 1594 Montepaone subì un’incursione da parte dei Saraceni di Sinan Bascià Cicala che, convertitosi all’Islam, sottopose a funeste scorrerie, seondo le testimonianze dell’epoca, molti paesi sulla costa ionica. Una leggenda vuole che tra le altre ruberie i Saraceni, cercarono di trasportare anche la campana della chiesa matrice, ma quando la nave salpò a poche centinaia di metri dalla riva affondò. I violenti terremoti del 5 novembre 1659 e del 5 e 7 febbraio 1783 che portarono dstruzione e morte in tutta la Calabria non risparmiarono neppure Montepaone che dopo entrambi i terremoti riportò gravi danni calcolati allora in 3000 ducati. Particolarmente violento fu, inoltre, il terremoto dell’8 marzo 1783, accompagnato da un terribile maremoto. Le cronache dell’epoca non registrano a Montepaone nè vittime nè danni. La popolazione montepaonese, riconduce l’unicità dell’evento al patrocinio della Vergine Immacolata, tutt’oggi festeggiata in questo giorno e titolare della chiesa parrocchiale, ricostruita dopo il 1783, e che al proprio interno conserva una tela del Seicento, raffigurante la Madonna del Rosario attribuita ad Ippolito Borghese, una bellissima tela raffigurante l’Immacolata in gloria con Laudi, arredi sacri ed ostensori in argento del settecento. Al Risorgimento italiano anche Montepaone diede il suo contributo nelle persone di Domenico Cundari e don Saverio Fera. Innumerevoli furono le personalità illustri che qui ebbero i natali, ma certamente la più rappresentativa è quella di Saverio Mattei, soprannominato il Beccaria calabrese, poeta arcadico, giurista, biblista, linguista musicologo, grande amico del Metastasio. I libri poetici della Bibbia e La chioma di Berenice sono le sue opere più rappresentative. Nacquero a Montepaone anche Gregorio Mattei, giacobino, figlio di Saverio e protagonista della Rivoluzione Partenopea insieme al cugino Luigi Rossi, poeta, morti a sacrificio della patria, Gregorio Di Siena, prete e letterato; Fra Serafino (Arcivescovo di Otranto), Francesco Antonio Spadea (Vescovo di Aquino e Pontecorvo), il già ricordato San Basilio Scamardì, Salvatorina Casadonte, eroica missionaria, morta a Cuevo in Bolivia e Mario Squillace, prete, giornalista e scrittore. Le case natali di questi illustri personaggi sono ancora conservate nel centro storico laddove in Piazza Immacolata, adiacente al sagrato della chiesa matrice e alla casa di Saverio e Gregorio Mattei vi è il secolare olmo, l’albero della libertà, testimone orgoglioso degli anni della repubblica napoletana del 1799. Poco distante sorgono i palazzi Pirrò, Rossi, e la chiesetta dell’Addolorata edificata sul luogo in cui sorgeva la più antica chiesa intitolata probabilmente a San Francesco di Paola. A 7 Km, verso il litorale ionico, si incontra la moderna Montepaone Lido. Fino a circa 30 anni fa, era chiamata Muscettola, ed era una piccolissima frazione composta da una stazione ferroviaria, un bar, un negozietto di generi alimentari, po
chissime case ed una chiesetta intitolata a San Giovanni Battista fatta costruire nel 1928 da Giovanni Catuogno, generoso possidente del luogo. La nuova moderna chiesa parrocchiale è anch’essa intitolata al Precursore e la sua festa si celebra il 24 giugno. Oggi, Montepaone Lido è un centro turistico dotato di valide attrezzature alberghiere e ricettive, meta privilegiata, nel periodo estivo di un gran numero di turisti italiani e stranieri.

Articolo e film di Gianni Romano
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