il CSI Stalettì calcio vince il campionato

Un paese in festa,la squadra locale di calcio del CSI Stalettì del presidente frate Franco Lio,presidente di casa Nazareth vince il campionato di seconda categoria girone D e vola addirittura in prima categoria e questo in soli due anni,due vittorie di fila,per una promessa mantenuta e un sogno coronato,numeri da record ,66 i punti fatti,più di ogni girone,21 le partite vinte,3 quelle pareggiate e solo 2 quelle perse,62 i gol fatti e solo 17 quelli subiti ,la migliore difesa del girone e Francesco Urzino con 20 reti all’attivo, nell’ultima gara contro lo Stignano la squadra di frate Lio ha vinto per due reti ad uno,al fischio finale dell’otimo direttore di gara Ceraso di Crotone si dava il via alla festa,con i giocatori dello Stalettì che esultavano davanti ai loro numerosi supporter e con una splendida cornice di pubblico e con due pullman al seguito della squadra, presenti al campo sportivo il sindaco di Stalettì Concetta Stanizzi con alcuni esponenti della amministrazione comunale e il sindaco di Stignano,Francesco Candia  con alcuni assessori,grande l’accoglienza in campo e fuori ,con un buffet finale offerto dall’amministrazione comunale di Stignano,il calcio come dovrebbe essere,tante le famiglie presenti con i bambini, la festa è proseguita fino a tarda notte all’arrivo della squadra in paese,una intera comunità ha accolto e festeggiato la squadra che ha portato il nome di Stalettì nel calcio che conta,una squadra modello e un vero esempio da seguire,è la vittoria del gruppo,coeso anche fuori dal rettangolo di gioco,un gruppo voluto fortemente dal presidente frate Lio, dall’allenatore,dai dirigenti ,un gruppo compatto in campo e fuori,questo l’intendimento di frate Lio che ha dichiarato,”è fatta,abbiamo vinto il campionato di 2° categoria del nostro girone,oggi i sogni diventano realtà,le fatiche di un anno si tramutano in gioia e la pazienza ci ripaga dandoci ragione,la calma è la virtù dei forti,oggi possiamo dirci felici perché il progetto educativo,sportivo dello Stalettì dimostra di avere radici profonde e un futuro certo.”Grazie  a tutti i calciatori e alla società grazie all’amministrazione comunale di Stalettì,agli sponsor agli amici,ai cittadini che hanno creduto sino in fondo in noi,crediamo infatti che fare sport non sia solo una attività umana ma anche e sicuramente una attività spirituale,lottiamo per uno sport sano e libero da condizionamenti incivili,continueremo a lavorare per affermare il nostro credo sportivo con grinta,orgoglio e generosità.”

[box type=”info”] Gianni Romano[/box]

Concluse le giornate calabro -umbre

Si sono concluse con un grande risultato,le giornate calabro -umbre organizzate in terra umbra dal consorzio Calabria Giubileo 2000 e le massime istituzioni in terra umbra,un lungo e caldo abbraccio ha fatto si, che il consorzio Calabria giubileo 2000 con i loro sedici sindaci in rappresentanza dei sedici santuari  Mariani calabresi presenti,si creassero le reali condizioni per un rapporto di reciproca collaborazione,la delegazione calabrese con i sindaci e le fasce tricolori sono state ricevute  a Perugia nell’antica sala della conciliazione sede del consiglio regionale Umbria,in questa sede il presidente Eros Brega ha dichiarato la sua massima disponibilità a fare sì che sia possibile un protocollo in itinere per una fattiva collaborazione che metta in luce quanto di bello,valido e di religioso esiste nei santuari calabresi,anche il presidente del consiglio regionale calabrese,Franco Talarico ha detto,”non siamo i fratelli poveri di nessuno ma un gioco di squadra importante porterà sicuri risultati,è bello diceva Talarico vedere tanti sindaci oggi presenti,in una terra fatta di condivisioni ma che oggi realizza una possibile e concreta possibilità di sviluppo,noi come politici,diceva Talarico,dobbiamo  dare concrete risposte ,un legge  regionale in itinere per lo sviluppo del turismo religioso potrebbe essere il giusto trampolino di lancio per la promozione di un turismo religioso che si effettui tutto l’anno,oggi,concludeva Talarico da questo incontro nasceranno valide prospettive.” Prendeva la  parola il prefetto di Perugia Antonio Reppucci,già prefetto di Cosenza e di Catanzaro,la Calabria come lui spesso dichiara gli è entrata nel cuore,”un tuffo nel passato vedere tanti amici a Perugia se posso vi darò una mano anche da lontano,fare i sindaci in Calabria,continuava Reppucci non è facile ma la voglia di fare è tanta,se si possa realmente sviluppare il turismo religioso sarebbe una possibilità di occupazione e di sviluppo per molti,la legalità è un abito che bisogna indossare 24 ore su 24,l’ itinerario religioso che dia la giusta scossa per la ripresa,anche il deserto può diventare una strada.”Importante e molto sentito l’intervento di Giovanni Paola sindaco di Conflenti e capo fila nel consorzio giubileo Calabria 2000,un intervento caldo e appassionato il suo,di chi la Calabria,la vede,la ama e la rispetta,una unità di intenti concludeva Paola oggi ci ha condotti in terra umbra per una abbraccio tra due regioni che da sempre  sono molto legate tra loro. Mentre per il commissario prefettizio del comune di San Luca,Rosaria Giuffrè,una comunità che mi ha coinvolto,sono tante oggi le persone che vogliono riscattarsi ,oggi suggelliamo un momento pieno di reali prospettive e soluzioni anche economiche,una scommessa che non deve essere solo di passaggio ma che dia la possibilità di crescita a tutti.” Sedici sindaci facenti capo al consorzio Calabria Giubileo 2000,nell’ambito dell’itinerario Mariano Calabrese, Sedici sindaci per le sedici amministrazioni comunale che hanno un santuario Mariano,Conflenti (Capofila)  Dipignano, Gimigliano, Pentone, San Luca, Seminara,  Serra San Bruno, Torre di Ruggiero, Feroleto  Antico, Magisano,  Vallelonga, Cerchiara di  Calabria; San Sosti; Scalea; Placanica; Cittanova.   Un articolato programma  che ha previsto per le giornate Calabro -Umbre lo scambio culturale interistituzionale civile e religioso, agli incontri erano presenti il presidente del consiglio regionale dell’Umbria,il sindaco e la comunità religiosa di Assisi,in questa sede     IL “CONSORZIO CALABRIA GIUBILEO 2000” ,associazione dei 16 Comuni della Calabria de i Santuari Mariani più rinomati della Regione,hanno discusso del culto Mariano -Francescano per un reale sviluppo del turismo religioso . Le giornate lavorative si  sono articolate su tre sessioni di confronto.

[box type=”info”] articolo di Gianni Romano[/box]

la passione di Cristo a Montepaone Lido

Dopo le manifestazioni di Carnevale, e l’imminente organizzazione di quelle pasquali si è conclusa con grande successo la “Passione di Cristo” organizzata dalla “Porta del Domani” di Montepaone Lido; alla manifestazione hanno preso parte numerose persone giunte da ogni dove per assistere alla messa in scena della storia più bella del cristianesimo. Gli attori, componenti dell’associazione medesima, si sono cimentati nella recitazione delle scene più salienti che hanno caratterizzato la tribolazione di Cristo da quando è stato tradito fino alla sua crocifissione. L’organizzazione è stata meticolosa nel limare i dettagli tecnici ma anche scenici fino alla fine, ed anche questo ha fatto sì che la manifestazione sia ben riuscita. Proposta ormai da diversi anni nel calendario pasquale la “Passione di Cristo” vede di anno in anno migliorare il proprio repertorio con l’aggiunta di scene, curandone soprattutto i dettagli, e anche con l’impegno di tutti, e grazie alle direttive di Pino Gullà mettere a punto scenografie maestose e belle che rendono lo scenario quasi reale e consentono di carpire il legame tra la storia del tempo e i luoghi dove essa si è svolta. Proprio questi sono fatti di storie di uomini che si sono avvicendati nel prendere decisioni che magari non spettavano a loro, sottolineando come la mente umana tenda molte volte a sopraffare l’umiltà ed il senso di rispetto verso gli altri spinta da una pregiudiziale verso qualcuno o qualcosa. Si ringraziano tutti coloro che hanno preso parte ed hanno fornito una collaborazione viva, anche la proloco di Vallefiorita per aver fornito una parte del materiale utile, e si ringraziano soprattutto tutti i membri dell’associazione per la riuscita della manifestazione.

[box type=”info”] Gianni Romano[/box]

riti Pasquali “A CUNFRUNTA” a Stalettì

Don Roberto Corapi “Stalettì risorgi dai tuoi mali, e non aver paura”. Viviamo  liberi da tutto e da tutti specie dal male.“Voglio invitare la mia comunità a Risorgere, con la voce del cuore grido  a tutti a Risorgere dai vostri mali, Stalettì risorgi a vita nuova, dal tuo io, dal tuo orgoglio, dai tuoi interessi personali, risorgi e non temere, non avere paura a spalancare le porte del tuo cuore e della tua anima a Cristo Risorto. La Pasqua dice a tutti noi: Coraggio, non temete io sono con voi.Liberiamoci vi prego dei legacci che abbiamo fatto col demonio, compromessi, interessi personali, favoritismi di ogni genere. Viviamo da liberi per essere cristiani credibili e annunciatori coraggiosi del Vangelo.F orti le parole pronunciate da Don Roberto Corapi, sia alla Veglia Pasquale che il giorno di Pasqua in una chiesa gremita di tanti fedeli, in modo particolare di giovani che gli stanno sempre accanto. Ad ogni giovane don Roberto dice di non temere, va e annuncia. Non vergognatevi di Cristo. Vivete, coinvolgetevi sempre nella Parrocchia e nella casa di Dio.Aprite il cuore a Cristo Risorto e non abbiate paura. Durante la Celebrazione Eucaristica, don Roberto ringrazia Dio, perché oggi gli ha rivelato qualcosa di grande, la piccola Nadia rientrata dall’ospedale di Milano è presente con papà Giuseppe e mamma Roberta.Don Roberto ha pregato ancora per lei chiedendo la speranza e la fiducia in Dio per Nadia, per questo momento di prova. Subito dopo la  Celebrazione Eucaristica don Roberto ha dato il via alla “Cunfrunta” presso il piano di San Gregorio.Oltre tremila persone, accorse dai paesi limitrofi, hanno potuto assistere ai viaggi di San Giovanni discepolo che Gesù amava e Maria Addolorata col suo abito nero che cercano il Signore. Dopo i sette viaggi, come tradizionalmente si faceva una volta, ad un certo punto l’incontro gioioso con Gesù  Risorto, fa scivolare la Madonna Addolorata, dal suo abito nero all’abito bianco della festa. Subito dopo, lo spettacolo pirotecnico e la banda, trasformano tutto in gioia. La gente tra tanti applausi, e baci a terra, grida alla gioia della risurrezione per la riuscita della “Cunfrunta”.Anche quest’anno va il merito allo svelatore il giovane Antonio Casalenuovo, che ormai sulla scia del compianto Franco Silvestri, dimostra il suo amore nel preparare l’evento, tanto atteso da tutta la Comunità e non solo.

[box type=”info”] articolo di Gianni Romano[/box]

Vini sotto le stelle

Si sta programmando un evento che porterà a Montauro molti appassionati,”Vini sotto le stelle,e i vini in villa,”a questo scopo proficuo l’incontro tra il sindaco Pantaleone Procopio e il giornalista enogastronomo Domenico Cosentino,che vive tra Zurigo e Pietragrande,questo evento sarà allocato sul magnifico lungomare di località Calalunga,e prevede  la allocazione di stand con la presenza di numerose cantine calabresi e di un convegno sul tema “il terroir vitivinicolo calabrese. Sul perché si sia scelto Montauro,interviene Cosentino,” Un simile evento enologico organizzato a Pietragrande di Montauro, a due passi dall’antica Squillace, vuole rendere anche omaggio al nostro corregionale Prefetto Senatore Flavius Magnus Aurelius Cassiodoro che a Ravenna e a Verona, queste le parole di Cosentino,secondo lo storico inglese Hugh Johnson, l’autore contemporaneo che più ha contribuito alla letteratura del vino, già allora era conosciuto come un esperto, un assaggiatore ed eccellente intenditore di vini. Lo dimostra  una ricerca fatta alcuni anni fa, nella Valpolicella Classica (Negrar), che Cassiodoro chiamava in latino “Vallis-polis-Celle” (Valli delle molte Cantine). “In questa terra continua Cosentino,dove si produce il grande Amarone, è stata trovata una corrispondenza, dove Cassiodoro, allora ministro di Teodorico, re degli Ostrogoti, scriveva le più belle lodi del vino veronese, ottenuto con una speciale tecnica di appassimento delle uve, chiamato allora “Acinatico” E forse anche per questo – No, non è un caso! –che l’Azienda Agricola Senatore Vini di Cirò Marina, ha voluto dedicare il sul “SuperCalabria-Vino”, appunto il “Cassiodoro”, che nelle sue “Varie”, (XII-15), quando deve fare le lodi alla  Calabria, scrive: “….si osservano le vendemmie, ricche sono le messe trebbiate nelle aie, nonché L’aspetto dei verdi ulivi e gli allevamenti dove si fanno grandi formaggi. E quando esamina il vino,continua Cosentino,ne canta le lodi, osservando che gli antichi lo chiamavano Palmiziano e noi Stipsimasperum, un vino – diceva il grande Cassiodoro – aspro ma gradevole da bere. “Presentato ufficialmente il 10 marzo scorso nell’elegante enoteca regionale della Provincia di Cosenza nel  corso del convegno “Il Terroir vitivinicolo calabrese tra tradizione, cultura e innovazione”, il “SuperCalabria”, il Cassiodoro Senator, un vino rosso, un Cru prodotto da una selezione di uve Cabernet Sauvignon e Gaglioppo, coltivate nei vigneti pregiati delle Località di San Lorenzo e Corfu Vecchio di Cirò Marina, “sbarcherà” nei prossimi mesi sul Golfo di Squillace, dove il Prefetto Senator Flavius Magnus Aurelius Cassiodorus, Ministro di Teodorico di Verona, re degli Ostrogoti, è nato tra il 484 e il 490. L’ idea è del Sindaco di Montauro Procopio Panteleone,  appassionato di eccellenti vini – in primis quelli calabresi – che intende, tra il mese di luglio e agosto, organizzare sul lungomare, da Calalunga  a Pietragrande, un  “Salone del Gusto a Cielo aperto” per dare la possibilità ai Calabresi e ai turisti, che nei mesi estivi affollano la località  della Scogliera di  Pietragrande di Montauro,  di conoscere meglio, degustare e apprezzare i vini della Calabria, magari abbinandolo a qualche piatto della nostra cucina calabrese, robusta, saporita. “E’ in dubbio ormai – ha dichiarato il sindaco di Montauro nel suo intervento – che grazie ad alcuni seri vignaioli, la qualità dei vini in Calabria ha raggiunto livelli alti. Dal Pollino a Verbicaro, dal Savuto a Lamezia, da Bivongi a Melissa,fino a San Vito di Luzzi è tutto un fermento. E a Cirò, dove l’enologia ha fatto storia, ancora oggi, il vino è vita, cultura, economia. Pensare che sia giusto e  doveroso. dunque, che anche noi, quali istituzioni comunali vicini ai cittadini,  dice Procopio,ci sì impegna ad organizzare eventi sui lungo mari, nei centri storici o nelle piazze dei nostri paesi, che prevedano convegni, dibattiti e degustazioni, non solo per divulgare e  degustare i grandi  vini di Calabria, che sono tanti ormai,  ma anche perché lo dobbiamo a tutta la Calabria del Vino che cresce, anno per anno, veloce in termini qualitativi”.E per organizzare il tutto, il Sindaco di Montauro Procopio, ha affidato l’incarico di tutta l’organizzazione a Domenico  Cosentino.

[box type=”info”] a cura di Gianni Romano[/box]

un artista di nome Domenico Giuseppe Vono

Un artista a tutto tondo,scultura,pittura,intagli,Domenico Giuseppe Vono residente a Gasperina di anni 70, una vita intera  vissuta  in Svizzera  per 37 anni,prima a  Ginevra dopo a Zurigo,a lavorare come emigrato in una falegnameria,anni duri,lavoro su lavoro,neve,pioggia e temperature basse,crescendo una bella famiglia composta dalla moglie e due figli,poi la decisione di rientrare per godersi la meritata pensione nel suo paese natio,Gasperina,una terrazza sul mare jonio ,le antiche strade ,i vicoli,i portali,tutto questo porta sicuramente una magica atmosfera per l’artista che deve creare,e allora ecco che Vono si dedica completamente alla sua arte,Facce e oggetti scolpiti,sul legno di Larice,sul  duro granito calabrese,su gettate di cemento con abili colpi di cazzuola,per poi,intagliare con il flessibile o con martello e scalpello figure mitologiche,antichi e saggi vecchi con la lunga e folta barba bianca,ma anche antichi abbeveratoi,centro tavola di antiche forme con ai lati facce di animali,ma Vono  non si fa mancare nulla,abile anche con i colori dipinge su tela antiche figure e assolati paesaggi svizzeri,ma anche un mare calabrese in burrasca,tutto  questo concepito in un contesto armonico pregiato,questo è Domenico Giuseppe Vono,un artista di anni 70 che passa le sue giornate in mezzo alla sua arte,qualche mostra,ma Vono preferisce lavorare ed esporre nella sua bella casa,nel giardino o nel suo laboratorio.

[box type=”info”] Gianni romano[/box]

mostra fotografica d’epoca

Il comitato  eventi di Soverato ha inserito nel cartellone la mostra fotografica d’epoca in corso di svolgimento presso la sala parrocchiale  “Don Bosco”,della chiesa matrice di Soverato,grazie al curatore della mostra,Renato Alecci, settecento scatti d’epoca fanno bella mostra di se in stand appositamente allestiti,sedici i paesi ritratti ,personalità del luogo,ma anche politici nazionali come Amintore Fanfani in visita a Soverato ed ancora  Mons. Armando Fares,matrimoni datati,antichi strumenti di lavoro e di vita comuni,donne intente nel loro lavoro giornaliero,giovani alle prese con le feste di piazza,lontano anni luce da strumenti tecnologici,tablet,telefonini e messaggini,una volta era la piazza il luogo deputato al dialogo,e la bella mostra curata da Renato Alecci lo testimonia ,da anni difatti è il punto di riferimento per simili appuntamenti,un grazie particolare al commissario prefettizio Maria Virgina Rizzo per il taglio del nastro e ai comuni che hanno inteso dare una mano concreta portando qualche foto d’epoca,come la proloco di Petrizzi e gli amministratori di San Sostene ,Cerva,Isca e Squillace e le costruzioni Leotta per la fattiva collaborazione. Settecento foto presenti,settecento spaccati di vita ,una volta per divertirsi bastava poco come le testimoniano le foto presenti,un vecchio pallone,una bicicletta con i freni a bacchetta,ma basta guardare queste foto per osservare che tutte le persone ritratte ridono felici ,certo un tempo era più facile ridere,oggi mancano le condizioni. Per valorizzare i ricordi, ma non solo, visto che molte di esse sono riferite ad epoche molto recenti. I 16 paesi del nostro comprensorio, ospitati nel salone Don Bosco della parrocchia di Soverato, per una tre giorni di mostra comprensoriale, grazie all’impegno e alla passione di chi come Renato Alecci è la memoria storica di molti paesi del comprensorio.

[box type=”info”] Gianni Romano[/box]

Montepaone – Con le mani in pasta…

L’attenzione ai più piccoli, alla creatività che liberamente dialoga con le forme contemporanee del fare arte, si rivela ancora una volta un punto qualificante delle proposte che l’associazione culturale Kairòs, con sede presso la Casa d’arte Visioni mediterranee di Montepaone, continua ad offrire alle famiglie del territorio. In occasione della Pasqua, i bambini sono stati invitati a partecipare ad un momento di riflessione condivisa, a partire dal racconto del “Quarto Re”, riproposto da Adriana Zarri, che è stato recentemente ripreso in una pubblicazione che la stessa associazione Kairòs ha curato per la Rubbettino Editore. In una delle versioni di questa leggenda, il saggio Artaban, smarritosi sulle vie della compassione e della misericordia che non gli consentono di tenere il passo degli altri tre Magi, giunge infine ad incontrare il Cristo proprio ai piedi del Golgota. Così, ha raccontato ai bambini l’artista Antonella Rotundo, responsabile dei laboratori didattici presso il MUDAS (Museo Diocesano di Arte Sacra) di Catanzaro, proprio colui che non aveva saputo arrivare per tempo ad adorare Gesù bambino, scopre di aver trascorso tutta una vita ad immagine di quel Messia che infine ritrova nel momento della Passione e della morte in Croce. Una storia che ha appassionato i piccoli, offrendo spunti di riflessione e di espressione dei propri pensieri e sentimenti, intorno ai significati più veri della Pasqua. Al termine di questo momento di riflessione, l’artista Rotundo, ha quindi narrato la storia dell’origine della carta, quella carta che ci ha consentito e ci consente di conservare storie e leggende come queste e come quelle narrate nei Vangeli. Si è passati così alla sperimentazione diretta di quanto raccontato, nel momento in cui tutti i bambini presenti hanno potuto creare con le proprie mani il proprio foglio di carta, sul quale hanno tracciato ognuno i segni che ritenevano più significativi. Tutte le carte così create, saranno poi donate ai bambini e alle famiglie, in occasione della presentazione al pubblico della mostra allestita da Antonella Rotundo negli spazi di Visioni mediterranee. Un modo nuovo e originale di accostarsi all’attività e alla poetica dell’artista, la quale, condividendo con i più piccoli e con le loro famiglie il senso e i modi del suo operare, ha potuto presentare in maniera diretta e immediata le sue opere esposte nella stessa sala in cui si svolgeva il laboratorio.

[box type=”info”] Gianni Romano[/box]

progetto "scienza attiva"

Si è concluso, nell′Aula Magna ′Primo Levi′ del Dipartimento di Chimica dell′Università di Torino, il primo degli eventi finali del progetto “Scienza Attiva: i giovani e la scienza partecipata” che costituiscono il punto culminante del percorso formativo e di dibattito che ha coinvolto, da novembre 2013 ad aprile 2014, 109 Istituti di istruzione secondaria superiore distribuiti su tutto il territorio italiano e uno in Svizzera,  per un totale di 250 classi, 4500  alunni e 180 docenti, 70 esperti ricercatori. Moderati dal dott. Gianni Latini, responsabile del Progetto per Agorà Scienza, i rappresentanti delle classi hanno discusso gli scenari futuri relativi al tema ‘”Cellule staminali”. All′incontro hanno preso parte alcuni alunni delle scuole partecipanti, alcuni degli esperti del progetto e dei rappresentanti delle Istituzioni. Molte le scuole calabresi che hanno partecipato al progetto, tra cui la classe II F dell’ISTITUTO ALBERGHIERO di Soverato, guidata dalle insegnanti  Froio Anna Maria (docente di Scienze) e  Paola Merlino  (docente di Lettere). Nel corso dell’evento finale il lavoro svolto dalla classe II F è stato citato come una della migliori ricadute non solo di questa edizione, ma anche di quelle precedenti. <<Abbiamo accettato di buon grado di partecipare al progetto Scienza Attiva>>, scrivono i ragazzi nella sezione “Chi siamo”  del sito della classe, <<poiché rappresenta un modo innovativo ed interessante di fare lezione ed, in particolare,  abbiamo scelto il tema della staminali  poiché lo riteniamo molto affascinante e pensiamo rappresenti una finestra aperta sul futuro in campo medico-biologico. Partecipare a Scienza Attiva è per noi un po’ come entrare nel cuore della ricerca e questo ci entusiasma molto>>.Al fine di  condividere anche con gli altri alunni dell’Istituto le conoscenze acquisite  dai ragazzi, è stato realizzato un sito web dedicato alla classe, raggiungibile  all’indirizzo http://www.calabriaforum.info/ipssar-scienzaattiva, linkato dal portale dell’Istituto www.ipssarsoverato.it, in cui sono state riportate le attività e i lavori svolti dagli alunni, le loro domande agli esperti e le risposte di questi ultimi. In considerazione del lavoro svolto,  gli studenti soveratesi riceveranno un particolare attestato di partecipazione e un libretto sulle staminali. Sempre nel corso della stessa giornata, una studentessa della 2F, Angela Deodato, pur emozionatissima, ha rappresentato la Classe, rispondendo all’intervista di Radio 3 Scienza, in una trasmissione onorata dall’intervento del Professore emerito Enrico Predazzi, già ordinario di Istituzioni di Fisica Teorica nell’Università di Torino, Presidente del Centro Interuniversitario Agorà Scienza.  Nella fase ultima, Elaborazione scenari, le classi partecipanti  hanno lavorato alla definizione delle proposte per il futuro come contributo al dibattito della comunità scientifica sul tema delle “Cellule Staminali”.Anche in quest’ultima fase del progetto i ragazzi della 2 F,  che hanno assistito in streaming alla conferenza di Torino,  che si può vedere all’indirizzo www.unito.it/media/?content=6623,  hanno dato il loro contributo emendando in remoto la RISOLUZIONE n. 3 Etica e legislazione. Tale emendamento, apprezzato dagli esperti presenti alla conferenza,  ha suscitato un interessante dibattito con il prezioso contributo del prof. Luca Bonfanti – Università degli Studi di Torino e NICO – Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi  di Orbassano (TO) –  A conclusione di un  anno di studio e di ricerca, di soddisfazioni e di impegno, resta in tutti i partecipanti la speranza di poter continuare a misurarsi anche in futuro su temi di scienza di grande attualità con eccellenze della ricerca scientifica e, perché no, anche la segreta speranza che le proposte e gli emendamenti dei ragazzi possano magari in futuro essere condivisi dalla comunità scientifica.

[box type=”info”] a cura di Gianni Romano[/box]

Stalettì – la via crucis

Si è tenuta in un clima di grande partecipazione la Via Crucis a Stalettì,organizzata dalla parrocchia della chiesa matrice con il parroco don Roberto Corapi,quattordici le stazioni che hanno ripercorso il calvario di Gesù Cristo,quattordici le famiglie che hanno addobbato con un drappo rosso le loro abitazioni,una lunga e solenne processione che ha percorso di notte,il corso principale del paese illuminato dal chiarore delle fiaccole,la processione ha preso il via dalla chiesa matrice di Stalettì per snodarsi lungo tutto il percorso,per tornato poi alla matrice,molte le persone presenti che hanno ancora una volta preso parte alle tante iniziative del parroco del sorriso don Roberto Corapi. Alcuni fanno risalire la storia di questa devozione alle visite di Maria, madre di Gesù, presso i luoghi della Passione a Gerusalemme, ma la maggior parte degli storici riconosce l’inizio della specifica devozione a Francesco d’Assisi o alla tradizione francescana. Intorno al 1294, Rinaldo di Monte Crucis, frate domenicano, racconta la sua salita al Santo Sepolcro “per viam, per quam ascendit Christus, baiulans sibi crucem”, per varie tappe, che chiama stationes: il luogo della condanna a morte di Gesù, l’incontro con le pie donne, la consegna della croce a Simone di Cirene, e gli altri episodi della Passione fino alla morte di Gesù sulla Croce. Originariamente la vera Via Crucis comportava la necessità di recarsi materialmente in visita presso i luoghi dove Gesù aveva sofferto ed era stato messo a morte. Dal momento che un tale pellegrinaggio era impossibile per molti, la rappresentazione delle stazioni nelle chiese rappresentò un modo di portare idealmente a Gerusalemme ciascun credente. Le rappresentazioni dei vari episodi dolorosi accaduti lungo il percorso contribuivano a coinvolgere gli spettatori con una forte carica emotiva. Tale pratica popolare venne diffusa dai pellegrini di ritorno dalla Terrasanta e principalmente dai Minori Francescani che, dal 1342, avevano la custodia dei Luoghi Santi di Palestina. Inizialmente la Via Crucis come serie di quattordici “quadri” disposti nello stesso ordine (vedi il capitolo seguente) si diffonde in Spagna nella prima metà del XVII secolo e venne istituita esclusivamente nelle chiese dei Minori Osservanti e Riformati. Successivamente Clemente XII estese, nel 1731, la facoltà di istituire la Via Crucis anche nelle altre chiese mantenendo il privilegio della sua istituzione al solo ordine francescano.Uno dei maggiori ideatori e propagatori della Via Crucis fu San Leonardo da Porto Maurizio, frate minore francescano che ne creò personalmente alcune centinaia. Al fine di limitare la diffusione incontrollata di tale pratica devozionale, Benedetto XIV ricorse poco dopo ai ripari stabilendo, nel 1741, che non vi potesse essere più di una Via Crucis per parrocchia. La collocazione delle stazioni all’interno della chiesa doveva rispondere a norme di simmetria ed equidistanza: il corretto espletamento delle pratiche devozionali consentiva di acquisire le stesse indulgenze concesse visitando tutti i Luoghi Santi di Gerusalemme.Oggi tutte le chiese cattoliche dispongono di una “via dolorosa”, o almeno di una sequenza murale interna. Il numero e nomi delle stazioni cambiarono radicalmente in diverse occasioni nella storia della devozione, sebbene l’elenco corrente di quattordici stazioni ora sia quasi universalmente accettato. L’ordine lungo le pareti non segue una regola precisa, può infatti essere indifferentemente orario o antiorario. Secondo un documento della diocesi di Nanterre “l’ordine più diffuso è quello antiorario, ma non c’è una regola generale”.

[box type=”info”] articolo di Gianni Romano[/box]

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