Il ritrovamento di due cadaveri a Gagliato, nella notte di giovedì 26 settembre, ha fatto inorridire le persone che si occupano da tempo dei “cani di quartiere” in quella zona. Due femmine di nemmeno un anno avvelenate e lasciate agonizzanti tra le più atroci sofferenze. Non è concepibile che un gesto di tale crudeltà venga accettato passivamente, a prescindere dall’amore per gli animali o dalle conoscenze in merito al problema. Un gesto di così brutale violenza è da condannare fermamente in ogni caso e contro qualunque forme di vita.  Per questo motivo è bene sottolineare l’impegno di volontari e cittadini attivi sparsi sul territorio, che si occupano per come possono dei randagi in attesa di soluzioni civili e rispettose. La Lega Nazionale per la Difesa Del Cane (Sez. di Soverato) denuncia il grave gesto e condanna fermamente l’indifferenza di chiunque non si schieri contro un tale atto di violenza.  Le due cagnette, Dea e Tamara, da tempo venivano accudite e sfamate e l’impegno dei volontari era chiaramente diretto verso una sistemazione più idonea per loro due. In attesa di soluzioni pratiche, non facili da attuare per i numerosi casi giornalieri di emergenza che si presentano un po’ ovunque nella nostra terra, i cani erano costantemente monitorati.” L’avvelenamento di randagi sul territorio ancora una volta dimostra un livello di civiltà che purtroppo tende a rendere sempre più difficile l’operato di associazioni di tutela e volontariato, dice Serena Voci,che molto spesso non solo si trovano costrette a sopperire a carenze istituzionali in tema di randagismo, ma devono attendersi il peggio dallo stesso cittadino che non contento della convivenza su suolo comune decide di spargere veleno. “Pulisce” la strada che attraversa, senza considerare che questa terra è anche la loro e l’amministrazione di un territorio parla chiaro: i randagi sono legittimati al possesso di quel territorio e dichiarati “proprietà” del primo cittadino che lo amministra. Chiunque li abbia ammazzati, ha compiuto un omicidio sul proprio territorio. E l’omicidio è punito per legge. “Alla morte di Dea e Tamara si aggiungono i decessi di due gatti randagi poco distanti e i cinque cadaveri rinvenuti nei giorni scorsi ad Olivadi.  L’Asl veterinaria ha accertato la causa della morte per avvelenamento. La Lega del Cane Sezione di Soverato, i volontari e i cittadini attivi sul territorio sporgeranno denuncia per il grave fatto accaduto, conclude Srena Voci,in attesa di un aperto dialogo con le istituzioni, che tenderà come sempre verso la tutela dei randagi, alla possibilità di un rapporto di rispettosa convivenza tra uomo e animale e alla ferma condanna per questi barbari gesti. “

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[box type=”info”] articolo di Gianni Romano[/box]

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