Tra qualche giorno verrà festeggiato il protettore di Montauro San Pantaleone Medico e Martire. Non  tutti conoscono la sua storia e soprattutto il miracolo della liquefazione del sangue del santo custodita nella Chiesa dedicata appunto al Santo. Leggendo alcuni documenti riscopriamo come avvenne l’arrivo delle reliquie. Nell’archivio di Montauro si conserva l’attestato concernente l’autenticazione e l’arrivo delle reliquie di San Pantaleone. Il documento fu redatto dal notaio Lorenzo Barberi e da questi e da molti altri sacerdoti ed illustri signori del tempo sottoscritto. Eccone in sintesi il contenuto: “Trovandosi sulla riva della vicina spiaggia una nave che da giorni veleggiava per portare lontano un pio religioso che custodiva una reliquia del Santo, propriamente buona porzione della nuca e del collo, come letteralmente si legge nel documento; un miracolo la trattenne, malgrado la forza dei remi, il soffio del vento, rimase ferma come un masso. La reliquia porta i dovuti suggelli e conserva la lettera di autenticazione. Susseguentemente D. Carlo Barberi, devotissimo del Santo, trovandosi a Napoli per studiare, avendo saputo che il Rev.do Saverio Sancillo possedeva porzione del sangue del Santo lo supplicò affinché ne avesse un poco da inviare subito al suo paese. L’ampolla portava regolarmente i dovuti suggelli di Monsignor Vescovo di D. Domenico Cirillo. Ottenutolo, salpò da Napoli e dopo un susseguirsi di strepitosi miracoli, fra cui eccelle la guarigione del Vescovo di Umbriatico: Monsignor Peronaci, il 27 luglio arrivò a Montauro. Indescrivibile il giubilo del popolo. Il clero processionalmente portò l’ampolla nella Chiesa di Santa Caterina ove era esposta la reliquia della nuca e del collo e subito il sangue si liquefece fra il giubilo e l’ammirazione di tutti. Le insigni reliquie del sangue, della nuca e del collo si conservano in preziosi reliquiari nella Chiesa Matrice presso l’altare del celeste Protettore. Si espongono alla venerazione dei fedeli nel giorno della festa ed in quel giorno si portano in processione con l’immagine del Santo. I fedeli nei secondi Vespri e per tutto l’ottavario, fiduciosi nella protezione del Santo, le venerano e le baciano con fede e devozione. Più di due secoli di prodigi, di guarigioni, di conversioni tramontano per ravvivare la fede in Dio per maggior più incrementare la devozione verso il Santo per dire a questo mondo che si abbraccia alla materia che mentre tutto crolla e va in rovina solamente la fede è immortale, solamente i Santi trionfano sul tempo e sugli animi per condurli nell’immortalità, nella sospirata felicità.Il giorno del miracolo: 27 luglio. San Pantaleone, di professione medico, nacque a Nicomedia da padre pagano e da madre cristiana. Istruito alla fede di Cristo da Ermolao, capì che meglio era affidarsi alla volontà di Dio nella guarigione degli ammalati, che non alla medicina di Esculapio ed Ippocrate. Incontratosi in un fanciullo ucciso da una vipera, con l’invocazione del SS. Nome di Gesù rese la vita al fanciullo e diede la morte alla vipera. Commosso da quel miracolo domanda il battesimo. Ispirato da Dio fece sotto gli occhi paterni apparire l’onnipotenza del Dio dei Cristiani donando a un cieco la vista con la sola orazione e invocando il Nome di Gesù Cristo. Queste ed altre mirabili guarigioni provocarono l’invidia dei medici i quali, accusandolo, lo fecero rinchiudere in prigione dove venne sottoposto ad atroci tormenti per fargli abiurare la propria fede. Invano però, perché il Salvatore comparendo davanti a lui sin dal principio dei tormenti, lo rendeva insensibile al dolore. Il Santo stesso poi supplicò Gesù Cristo di non privarlo più a lungo della corona del martirio, che alla fine ricevette il 27 luglio 305. Il sangue di questo Santo che si conserva in Madrid, Napoli, Roma e Montauro, stando tutto l’anno congelato, miracolosamente volle ai primi e secondi Vespri della sua festività.

[box type=”info”] articolo di Gianni Romano[/box]

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