Ancora un caso di paternità negata,nonostante il dispositivo del giudice sia chiaro,al padre viene impedito dall’ex moglie di vedere il proprio figlio,la persona ritratta nella foto è Felice Scalfaro che vive a Montauro,un padre che appartiene alla lunga lista di padri negati complici sicuramente in buona fede di tribunali,istituzioni e assistenti sociali,oggi sono molte le donne che vivono in stato di allerta,ragioni sociali o culturali legate ad una concezione della donna ,vecchia da decenni,fermo restando fatti gravi di cronaca,si invocano quindi leggi drastiche per gli uomini che,padri,spesso vedono negato questo diritto,anzi l’unione Europea ha condannato l’Italia per questa legge spesso e volentieri disattesa,purtroppo molti padri, quelli che amano i propri figli e che mai potrebbero nuocere a loro per risentimento verso le madri,faticano a dimostrare questo amore,troppo spesso si dimentica che il futuro e il destino del bambino,la felicità,il benessere specie in tenera età dipendono da certe decisioni,concordate, credono di operare per il bene del bambino ma spesso e volentieri così non è,si può anche comprendere l’avversione di una donna per il suo compagno,nulla quaestio,sulla decisione di separarsi per sempre,ma appare disumano e fuori luogo imporre la stessa separazione tra un padre e un figlio,diversi sono i sentimenti,diversi sono i pensieri,diverse anche le emozioni,le volontà,i desideri che possono intercorrere tra padre e figlio,e il semplice tentativo di limitarlo o addirittura di impedirlo. Una ingiusta violenza che provoca con questa privazione di fatto un orfano da una parte e uno dall’altra,Felice Scalfaro non vede il suo piccolo di soli quattro anni da diversi mesi, carichi di angoscia e di dolore,al punto da essere dilaniato e devastato,ma nei loro rari incontri tra padre e figlio,entrambi hanno manifestato un reciproco affetto ed una emozione incontenibile,piccole esperienze fatte di giochi,risate e tanta allegria,i conflitti tra separati non possono e non devono vanificare tutto questo,annullando con un colpo di spugna i sentimenti che non hanno nessuno sbocco,quali sono cè da chiedersi i risultati di questa separazione forzata,voluta e perseguita con ogni mezzo di questo distacco che sembra prolungarsi al’infinito tra padre e figlio? Se una lato c’è un uomo sofferente,dall’altra c’è un bambino innocente traumatizzato all’improvviso,della mancanza della figura paterna,a cui causa la sua giovane età non sa darsi una risposta,”perché si chiede Felice Scalfaro,la parola papà fatta di due sole sillabe,dovrà restarmi in gola,ferma e immobile come un suono muto,inarticolato,continua Scalfaro,e quando potrò finalmente pronunciarla a voce piena.”

[box type=”info”] articolo di Gianni Romano[/box]

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