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Un malumore continuo,diffuso sfociato in questi giorni con la raccolta di firme in una lettera contro il parroco della chiesa matrice dell’Immacolata a Montepaone centro storico,tra l’altro una delegazione si è recata di persona da S.E. Mons. Antonio Ciliberti per discutere di questa situazione che si protrae da tempo,”anni di mortificazioni all’ombra di una chiesa,si legge in questa lettera,che da centro di programmazione pastorale e cura delle anime,diventa il simbolo del parlare e disgregamento di un paese ricco di valori e tradizioni quale Montepaone centro storico,anni di andirivieni,continua la lettera, dalla curia vescovile di tanti che hanno gridato e continuano a gridare il disagio e la sofferenza di una comunità che vuole una serenità spirituale ormai perduta,una parrocchia continua,la lettera che riesce a resistere a tutte le intemperie,e soprattutto al suo parroco che ormai,si legge nella lettera ha consolidato la sua presenza da ben 27 anni,monopolizzando e rendendo il luogo di culto suo patrimonio personale,dimenticando che fuori di essa c’è una comunità che ha bisogno di amore,crescita nella fede e carità,don Pino Mazzolari,continua la lettera osservava che dovremmo amarci meno ma trattarci meglio.””Forse,continua la lettera ,non sanno presso la curia vescovile di Catanzaro,che se il popolo di Dio dovesse accorgersi che comportamenti non ordinati,da parte dei suoi ministri diventano inciampo alla fede dovrebbero essere riveduti e se reiterati o disobbediti dovrebbero essere sradicati per non indurre molti a smarrirsi,con quali conseguenze soprattutto nei giovani che hanno già uno smarrimento nella ricerca di una verità viva e non velleitaria,il pastore della nostra diocesi,continua la lettera,ha chiesto buon senso e auspicato un cambiamento per il parroco della nostra comunità di Montepaone centro,in merito a quello che sembrerebbe un problema di poco conto,ma che in realtà continua la lettera,in tanti anni sta distruggendo quanto di buono ancora conserva questa comunità,soprattutto nella presenza dei giovani che oramai stanno crescendo,prendendo insegnamenti dal parroco,che si è autoriconfermato per altri 25 anni per potere portare a termine il suo lavoro maniacale nel tenere pulita la sacrestia ,per poi chiudere i battenti e buttare le chiavi,lasciando chissà quali manoscritti,se dunque dall’interno dell’ambiente curiale,continua la lettera si è preferito mantenere il silenzio,a meno che gli spropositi non arrivassero a livelli insormontabili,continua la lettera,gli interrogativi del paese sono molteplici e ormai è un mormorare continuo,chi parla di protezione da parte di figure presenti in curia,chi di legami forti anche con altri vescovi,chi trova sbigottimento per questo silenzio e non agire da parte del vescovo che porta anche ad una repulsione verso la sua persona quale pastore della diocesi.””Come è evidente,continua la lettera la chiesa non ne esce bene da questa incredibile faccenda,forse auspicare un intervento dell’olmo centenario che rappresenta tutti i montepaonesi,l’albero della libertà,emblema del passaggio dalla tirannia alla presa di coscienza della collettività,la vicenda in questione ,conclude la lettera,continua ad aprire una ferita nel cuore e nella intelligenza dei credenti di Montepaone,che non sappiano se,e quando potrà mai rimarginarsi.”

Articolo di Gianni Romano

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