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Si è tenuto presso la casa dell’arte a Montepaone centro storico,un laboratorio sulle possibilità vocali,questo a cura di Anna Maria Civico del B,eB,”visioni mediterranee”Il corpo, formidabile strumento musicale, racchiude in sé tutti i suoni dell’ambiente in cui vive: il soffio del vento, il fruscio del mare o del canneto, il lamento della foglia, del gregge e della belva, il suono cupo e avvolgente, stridulo e repellente delle macchine, ma anche la malinconia per l’amata, la nostalgia per un fatto accaduto, un ritmo del danzare, qualcosa che allo stesso tempo fotografa la realtà e l’ambiente acustico da cui proviene (interiore ed esterno) e mette in relazione con il proprio sentire in una circolazione fluida e/o discordante tra dentro e fuori, tra noi e l’esterno. Nel timbro, nella lingua e nella nostro pulsare di vita vivono le voci dei nostri antenati, della nostra memoria, del nostro reagire al presente. L’umanità ha iniziato a fare musica ancor prima che la musica diventasse oggetto di misurazione della scienza acustica. La musica di cui si tratta in questo laboratorio è qualcosa che ha che fare con le motivazioni interiori, intime, relazionali ed autentiche della persona.Per costruire insieme le condizioni verso questo obiettivo verranno proposte da un lato canzoni della tradizione popolare a cappella (senza strumenti musicali) e dall’altro esplorazioni vocali più vicine alla sperimentazione musicale contemporanea.Il laboratorio si propone come luogo nel quale ognuno possa esplorare le possibilità del proprio strumento voce, acquisirne consapevolezza, condursi al di là del già conosciuto, riprendere quel filo interrotto con una dimensione d’ascolto che può attivare un udito inedito per imparare nuovamente a emettere il “primo” suono. E’ sempre una questione d’ascolto. Non solo ascoltare i suoni ma anche sentire e provare a ri-conoscere e valutare l’energia del proprio corpo/strumento. Quello che è determinante è la procedura nella creazione: suoni dal nostro universo interno e/o esterno; suoni forse inizialmente piatti e neutrali, un suono/oggetto freddo che diventa un frutto del/nel tempo-ritmo; un procedimento di artigianato artistico.Questo tipo di ricerca richiede il coinvolgimento del corpo posto in una relazione dinamica con ciò che della propria voce viene riflesso dall’ambiente. Il lavoro di ricerca verte sui canti di tradizione orale e sul potenziale delle pratiche teatrali per l’attivazione di un flusso creativo. L’elemento vocale è trattato come unità fisica prima di essere evento musicale o espressivo. Il ritmo e la melodia vengono contattate da un lavoro sulla pulsazione, la direzione, l’immagine attraverso una costante relazione con il movimento dal/nel corpo. L’esperienza peso/gravità contrazione/rilassamento sono solo alcune delle relazioni fisiche messe in atto per andare verso la conoscenza di una voce radicata: a partire da queste condizioni cominciare a creare.Ogni esercitazione ha lo scopo di suggerire ai partecipanti la possibilità di innescamento di un processo in cui il fatto musicale possa corrispondere al proprio slancio vitale. Allo scopo si è lavorato, su Esercizi di propriocezione dalla tecnica Feldenkraise, training dinamici.Esplorazioni vocali, timbriche, ritmiche e di risonanza dello spazio.Improvvisazioni ritmiche e armonizzazioni, dissonanze, unisono, polivocalità, attraversare i canti per trovare il Canto, la voce e il testo.Sono stati inoltre proposti canti della tradizione popolare italiana e calabresi in particolare. 

Articolo di Gianni Romano.

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