>

Come ogni anno l’otto marzo è per Annamaria Madonna assessore alle politiche sociali di Montepaone,un pensiero verso una o più donne che si sono distinte per la loro sofferenza,per la semplicità,per il loro sacrificio,da Irina immigrata e morta a Montepaone e qui sepolta lontano dalla sua terra,a Barbara Bellorofonte uccisa dal suo ex ragazzo sotto la casa della sua famiglia,dalle mamme che giornalmente portano il loro bambino a scuola sulla sedia a rotelle perché portatori di handicap,quest’anno Annamaria Madonna lo vuole dedicare alle operatrici sanitarie che curano con amore i ragazzi del Centro di Salute Mentale di Montepaone lido,e che grazie a loro,continua Madonna vengono istruiti e riescono a recitare in rappresentazioni teatrali che loro mettono in campo con tanto orgoglio. Grazie a loro,tante famiglie riescono a sorridere e quanta soddisfazione c’è in ognuno di loro,quando uno dei loro ragazzi riesce a gestirsi da solo,l’assessore Annamaria Madonna è –fortunatamente donna ed orgogliosa di essere parte integrante per l’otto marzo e vuole dedicare a queste serie professioniste una poesia di Alda Merini la poetessa nata con la primavera una data significativa come quella della sua nascita il 21 marzo del 1931 il manicomio,poi alti e bassi e dopo periodi di silenzio riesce a scrivere ancora e lo fa con la stessa immutata passione di prima”ho acceso un falò nelle mie notti,per richiamare gli ospiti come fanno le prostitute ai bordi di certe strade,ma nessuno si è fermato a guardare ed il mio falò si è spento”questa una delle poesia di Alda Merini Nata in una famiglia di condizioni modeste (padre dipendente delle Assicurazioni Generali Venezia e madre casalinga, minore di tre fratelli, una sorella e un fratello, che la scrittrice fa comparire, sia pure con un certo distacco, nella sua poesia), Alda Merini frequenta da ragazza le scuole professionali all’Istituto “Laura Solera Mantegazza e cerca, senza riuscirci per non aver superato la prova di italiano, di essere ammessa al Liceo Manzoni. Nello stesso periodo, si dedica allo studio del pianoforte, strumento da lei particolarmente amato. Esordisce come autrice giovanissima, a soli quindici anni, sotto la guida di Giacinto Spagnoletti che scoprì il suo talento artistico. Nel 1947, Merini incontra “le prime ombre della sua mente” e viene internata per un mese nella clinica Villa Turro. Quando ne esce alcuni amici le sono vicino e Giorgio Manganelli, che aveva conosciuto a casa di Spagnoletti insieme a Luciano Erba e Davide Turoldo, la indirizza in esame presso gli specialisti Fornari e Musatti.

Articolo e foto di Gianni Romano

Condividi

Lascia un commento

Your email address will not be published. Required fields are marked *