Un sole caldo e estivo ha dall’alto fatto da degna cornice ad una ricorrenza che si tiene ogni anno e Soverato non dimentica,e come potrebbe dimenticare quella tragica alluvione del fiume Beltrame,che da alveo secco e asciutto,sede da anni del campeggio “Le giare”diventò grazie ad una alluvione senza precedenti,il simbolo di morte e di incuria ambientale – territoriale e disastri annunciati,tredici le vittime di cui una in particolare,Vinicio Caliò non fu trovato mai il corpo,e in una suggestiva cerimonia che si tiene ogni anni,ricordate le tredici vittime,e l’amministrazione comunale ha in questa area posizionato tredici grossi massi e su ognuno di questi inciso il nome dei morti,mentre l’area dove era stata posizionata una targa a ricordo è stata posizionata un’area verde con panchine e scoperta una targa artistica,con scritto”e spazzò via ogni cosa e tu solcasti il mar per meta ignota,in ricordo di Vinicio Caliò”.
Presenti alla cerimonia molti parenti delle vittime,tra queste la mamma di Vinicio, Elettra,e il fratello Luca che ha avuto parole di ringraziamento per l’amministrazione comunale di Soverato che ha creato un posto dove pregare per le vittime,in particolare per Vinicio il cui corpo non è stato mai trovato,presenti,il prefetto di Catanzaro Antonio Reppucci che ha ricordato che gli amministratori devono necessariamente essere custodi e vigili sui loro territori,per la provincia di Catanzaro Sonia Munizzi,per il comune di Soverato il sindaco Leo Taverniti,il vice Salvatore Riccio gli assessori Pascasio Matacera e Emanuele Amoruso,per il comune di Montepaone l’assessore all’urbanistica Roberto Sestito che ha detto che gli amministratori hanno un compito importante e come tali,diceva Sestito devono necessariamente far si che simili tragedia non accadano più”,il parroco don Tobia Carotenuto,il presidente della pro loco Giuseppe Chiaravalloti,il comandante della guardia costiera tenente di vascello Biagio Sciarra,il comandante guardia di finanza tenente Juri Cesare,il tenente dei carabinieri di Soverato Francesco Gammone,il capitano Nicola Muraca della polizia municipale,il presidente Francesco Ferrigno dell’associazione nazionale carabinieri.
Parole di speranza e di fede sono state dette dal parroco di Soverato,don Tobia Carotenuto che ha poi benedetto una targa posizionata sul luogo della tragedia,“La memoria del dolore ingiusto, non è un fatto privato, ma civile che da una connotazione territoriale. Un bel gesto dell’amministrazione comunale, questo cippo è un dono , ma anche un impegno”. Don Tobia Carotenuto ha continuato e sono stati letti i nomi dei morti e si è recitato un eterno riposo.
Per il sindaco di Soverato Leo Taverniti,ha esordito dicendo che”questo sia un luogo come angolo di vita e non di morte,L’emozione e la commemorazione non deve essere un fatto contingente, dobbiamo ricordare per evitare che non avvenga più. Questo è l’angolo del ricordo, un angolo di morte, ma anche un angolo di vita,continuava il sindaco Taverniti dicendo che tanto si è fatto ma tanto c’è ancora da fare per la messa in sicurezza del territorio.”

Articolo di Gianni Romano

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