Dieci settembre,il cuore si ferma e la memoria torna al tragico giorno di quindici anni fa,una alluvione imprevedibile e tragica, causò la morte di tredici persone ospiti del camping “Le Giare”,e come ogni anno nello stesso luogo le associazioni,i parenti e l’amministrazione comunale di Soverato alla presenza delle forze dell’ordine hanno ricordato con un momento solenne di preghiera e di considerazioni le vittime di quella che fu definita una tragedia provocata dall’uomo e dall’incuria sul territorio,anni di lavori rimandati,mai completati e necessari come la sicurezza specialmente quella idraulica, con la messa in sicurezza di alvei fluviali,letti di fiumi e torrenti asciutti che diventano vere e proprie bombe d’acqua causando morti e devastazioni,un momento forte che serva da monito  alle amministrazioni a tutti i livelli,comunali,provinciali e regionali,la colpa divisa equamente tra i soggetti che amministrano,nessuno si può certo chiamare fuori,da allora poco si è fatto e poco ancora si fa in ambito di prevenzione e di monitoraggio di un territorio fragile,violentato da concessioni edilizie cervellotiche che guardano  al profitto e non all’uomo. Un momento sempre intenso ed emozionante che dura ormai da 15 anni. Il pomeriggio attraverso la preghiera ed il ricordo sono state commemorate le tredici persone (di cui una mai più ritrovata, Vinicio Caliò) che hanno perso la vita nella tragedia del camping “Le Giare” il 10 settembre 2000 a Soverato in seguito ad un alluvione. Ci si è ritrovati nel sito in cui si consumò la tragedia che, quest’anno, ha assunto una veste diversa grazie ai lavori effettuati dall’amministrazione comunale di Soverato “per dare dignità ad un luogo importante del ricordo” – come ha affermato il sindaco Alecci.  Presenti tutte quelle che allora furono le componenti “toccate” dal tragico accadimento: membri delle Forze dell’ordine, delle istituzioni, i familiari delle vittime e membri dell’Unitalsi oltre che di altre associazioni di volontariato. La commemorazione è stata presieduta dal Parroco di Soverato Marina, Don Pasquale Rondinelli; presente l’amministrazione comunale di Soverato con in testa il sindaco Ernesto Alecci, il consigliere di minoranza Salvatore Riccio ed il consigliere regionale Arturo Bova. Il Comune di Soverato, come ogni anno, ha voluto deporre presso la lapide commemorativa, una corona di fiori.  Parole forti quelle del sindaco Ernesto Alecci “la prevenzione e la messa in sicurezza di questi siti non sono più opere procrastinabili,bisogna muoversi tutti uniti verso una direzione,evitando sprechi e perdita di tempo,ferite che non si possono rimarginare, a questo luogo è stato ridato dignità e  rispetto per i parenti delle vittime,il problema idrogeologico è un problema serio,quando si creano nuovi insediamenti bisogna fare la massima attenzione al convogliamento delle acque,questo problema spesso viene trattato come uno minore,ma noi come amministrazione staremo vigili e attenti,ogni anno in queste occasione e come ricevere un ceffone che ci risveglia dal torpore,dare la massima attenzione al territorio,dobbiamo avere il massimo rispetto per il territorio conclude il sindaco Alecci”,il parroco don Pasquale Rondinelli ha detto “se noi abbiamo menti bacate,se abbiamo menti che pensano solo al profitto,non andiamo bene,dobbiamo essere uniti nel bene di tutti pensare soprattutto con il cuore,con la capacità di essere liberi,ecologia dell’ambiente,non essere schiavi dell’interesse di qualcuno,liberi di guardarci e di ritrovarci,aprire una ferita e impegnarci,Dio ha detto vi affido tutta la terra,ma non siamo i padroni ,siamo soltanto i governanti e queste condizioni le creiamo noi,costruzioni accanto agli alvei fluviali,e allora di chi è la colpa di tutti e di nessuno,concludeva il parroco don Pasquale Rondinelli.”

[box type=”info”] Gianni Romano[/box]

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