Ospedale di Soverato nella bufera,dopo il triste epilogo che ha visto la morte di una bambina nata al decimo mese di gravidanza,ora una donna C.F. residente nel comprensorio del soveratese ha rischiato di morire per dissanguamento al parto cesareo,ad oggi è ricoverata in gravi condizioni  e costantemente monitorata visto il suo stato clinico,al presidio ospedaliero Pugliese – Ciaccio di Catanzaro stante le sue condizioni  non proprio ottimali,la giovane donna ultimato il periodo di gravidanza decide di ricoverarsi per il parto al reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale  di via Cardona a Soverato,ma questa è l’esatta cronaca dei fatti accaduti,un racconto minuzioso fatto dai parenti che sono pronti ad adire all’autorità giudiziaria per tutelare la propria congiunta,”ll giorno 24.06.2013 la signora  C.F.  si reca presso il presidio Ospedaliero di Soverato per effettuare un parto cesareo pianificato con il ginecologo. La signora C .F. ha avuto una gravidanza regolare e dopo i vari controlli di routine e le consulenze previste all’accettazione in reparto viene ricoverata affinchè l’indomani mattina possa effettuare quanto concordato con lo specialista. Alle ore 10.30 del 25.06.2013 la signora C.F. viene prelevata dalla sala degenza e portata in sala operatoria per il taglio cesareo. Iniziato l’intervento l’equipe medica di quel giorno opta per una anestesia epidurale. La paziente,  sin dall’inizio sentendo parlare i dottori durante l’intervento avverte che le cose non vanno per il meglio, infatti essendo lei stessa infermiera professionale, avverte molto nervosismo in sala operatoria, ciò è supportato dal fatto che componenti dello staff medico chiedevano al chirurgo il come avesse fatto a “reciderla” e lui nervosamente rispondeva “non devo vedere anche a te adesso”. Sta di fatto che la paziente ha cominciato a rendersi conto di cosa stesse succedendo e sentire dolore nonostante l’anestetico, costatando una copiosa emorragia provocata da un erroneo taglio di un vaso sanguigno. Essa viene subito sedata totalmente ed esce dalla sala operatoria solo alle 13.30. Al risveglio si sente male e dopo aver chiamato i dottori ci si accorge che la pressione arteriosa è molto bassa e che il valore dell’emoglobina è a livelli minimi, al rischio per la sua incolumità. La  signora C. F. aveva un ‘emorragia interna e stava dissanguandosi. Viene alle 15.00 riportata in sala parto ed operata nuovamente alla ricerca del vaso sanguigno responsabile. Solo alle 18.00 la paziente esce dalla sala operatoria avendo affrontato un intervento nel quale si è evinto che ha rischiato di perdere l’utero ed in ultima analisi la vita. Viene trasferita la sera stessa all’ospedale di Catanzaro in sala di rianimazione e gli vengono somministrate tra la sera del 25 e il 26  ben 6 sacche di sangue e 4 di plasma ancora oggi la paziente è ricoverata a Catanzaro con la bambina, la quale dopo un primo momento, nel quale era stata affidata alla nonna, segue la mamma in questa odissea.” I parenti i quali si sono riservati di adire per vie giudiziarie,si chiedono  se ancora nel 2013 si possa rischiare la vita per un’ intervento che dovrebbe essere di routine,ancora una volta la sanità calabrese nell’occhio del ciclone,una sanità che preferisce fare quadrare conti di bilancio invece che tutelare come dovrebbe essere la salute pubblica.

Condividi

Lascia un commento

Your email address will not be published. Required fields are marked *