E terminata il 31 agosto scorso la mostra degli Strumenti di Tortura realizzata da Giuseppe Pisano che era stata esposta all’interno del castello di Squillace dal primo Agosto scorso. Notevole è stato il successo di questa mostra che ha registrato un numero via via sempre crescente di persone (nella sola giornata del 14 Agosto sono state registrate circa 400 presenze) che con tanta curiosità e interesse hanno potuto osservare la collezione comprendente una serie di pezzi di valore e pregio, perfettamente funzionanti. Tra questi spiccavano la “Vergine di Ferro (o di Norimberga)” (si pensi che un esemplare è stato trovato in casa di Udai Hussein, figlio dell’ex dittatore iracheno Saddam Hussein) ed alcuni strumenti creati dalla Santa Inquisizione per estorcere confessioni durante i processi sommari: la “Veglia”(cui fu sottoposto anche il filosofo calabrese Tommaso Campanella), la “Gogna”, lo “Schiacciamani”, la “Cicogna di storpiatura”, il “Martirio della Forchetta”, il “Violone delle comari”, “la Sega”, “lo Spider”. Inoltre erano esposti la “Mannaia” ed altri strumenti di mutilazione come il cavaocchi etc.. La collezione è destinata al museo permanente di Umbriatico (KR) ed è stata realizzata con la collaborazione dall’artista locale Franco Mirenzio. Nel borgo fortificato umbriaticese (situato sulle ultime pendici orientali presilane), antica sede vescovile, si suppone vi sia un luogo dove si praticavano le torture e di recente è stato effettuato uno studio proprio da Pisano su una possibile presenza dei cavalieri Templari. La Calabria è stata anche centro di penetrazione eretica (a tal proposito si ricorda che uno degli episodi più truculenti della Riforma in Italia nel XVI secolo fu il massacro delle colonie valdesi) e si ricorda che nei confronti della calabrese Cecilia Faragò fu celebrato l’ultimo processo per stregoneria in Italia avvenuto nel ‘700.“Lo scopo di questa mostra – ha detto Pisano – è quello di voler documentare aspetti della storia dell’uomo da non dimenticare, tematiche crudeli ma purtroppo ancora attuali su cui riflettere”. E’ forse il caso di dire che oltre 100 Paesi praticano tuttora la tortura.

[box type=”info”] Gianni Romano[/box]

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