Squillace (Cz).  Per la prima volta è presente, nel cuore di questo castello, una mostra degli Strumenti di Tortura e delle iconografiche antiche riproducenti il funzionamento delle varie macchine.Il castello normanno di Squillace, che mostra sul portale lo stemma marmoreo dei famigerati Borgia, non è per nulla estraneo a tali argomenti. Come si sa all’interno di questa imponente struttura verso la fine del ‘500 fu imprigionato per un lungo periodo Tommaso Campanella e non a caso è presente nella mostra la cosiddetta “Veglia” (o Culla di Giuda), strumento di tortura cui fu sottoposto il filosofo stilese per aver organizzato una congiura antispagnola in vista della proclamazione di una Repubblica calabrese.La Calabria è stata anche centro di penetrazione eretica (a tal proposito si ricorda che uno degli episodi più truculenti della Riforma in Italia nel XVI secolo fu il massacro delle colonie valdesi) e nei confronti della calabrese Cecilia Faragò fu celebrato l’ultimo processo per stregoneria in Italia avvenuto nel ‘700.Per quanto riguarda la sede vescovile squillacese ricordiamo che Mario Galeota, nobile napoletano perseguitato dall’Inquisizione romana era lo zio di Simone Galeota, che fu vescovo di Squillace per un lungo periodo durante la prima metà del 1500. Ricordiamo anche che sempre nel castello (dotato di prigioni e quindi della camera della tortura) furono rinvenuti due scheletri sepolti a seguito di episodio cruento. E non si dimentichi che questo borgo, che peraltro potrebbe avere ospitato i cavalieri Templari, è stato teatro di vicende misteriose ed esoteriche. La collezione esposta nella suddetta mostra comprende una serie di pezzi di valore e pregio, perfettamente funzionanti. Tra questi spiccano la “Vergine di Ferro (o di Norimberga)” ed alcuni strumenti creati dalla Santa Inquisizione per estorcere confessioni durante i processi sommari: la “Veglia”, la “Gogna”, lo “Schiacciamani”, la “Cicogna di storpiatura”, il “Martirio della Forchetta”, il “Violone delle comari”, “la Sega”, “lo Spider”. Inoltre sono esposti la “Mannaia” ed altri strumenti di mutilazione come il cavaocchi etc.. Lo scopo di questa mostra, ideata da Giuseppe Pisano, è quello di voler documentare aspetti della storia dell’uomo da non dimenticare, tematiche crudeli ma purtroppo ancora attuali su cui riflettere. Il castello rimarrà aperto fino a mezzanotte ed è prevista una partenza in pullman da Soverato nei prossimi di Agosto (info negozio “Dolci creazioni”).

[box type=”info”] Gianni Romano[/box]

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