>

Un mare in tempesta quello calabrese, una depurazione al collasso con comuni costieri che per anni hanno tranquillamente riversato in mare liquami fognari, hanno di fatto trasformato il mare, l’unica vera risorsa turistico- economica in una problematica endemica ed un rimpallo continuo di competenze, con il solo risultato, avere il mare almeno quello tirrenico in condizioni non idonee per favorire lo sviluppo turistico, e un grave danno ambientale e di immagine, al punto che il governatore Agazio Loiero in visita alla città di Paola, è stato duramente contestato da turisti, un mare quello tirrenico calabrese molto distante da quello sponsorizzato dai media, ridotto ad un ammasso schiumoso rendendo impossibile bagnarsi, addirittura è stata aperta una inchiesta dalla procura di Paola con il pm Eugenio Facciola che unitamente al procuratore Bruno Giordano portavano al sequestro di ben undici depuratori fognari lungo la costa tirrenica.

Su questo caso inquietante, scende in campo anche il neo parlamentare europeo Luigi De Magistris, che “attacca” la classe politica rea, secondo l’ex pm di “restare al proprio posto”di diverso avviso la risposta dell’assessore Greco, che ribatte di avere ereditato un grave problema ma che tutto sommato, le coste calabresi sono balneabili per 616 chilometri su un fronte di ottocento, come certifica l’Arpacal. Migliore decisamente la situazione nel golfo di Squillace, il tratto che và fino a Soverato, non presenta problemi particolari e le chiazze che in modo sporadico fanno la loro apparizione, sono il frutto di correnti marine, che agitando i fondali creano una schiuma che si allontana al largo. Soverato in questi giorni ha ottenuto la prestigiosa affermazione da Legambiente che con i prelievi della goletta verde hanno fatto sì che fosse inserita nella guida blu 2009, con tre vele, simbolo che certifica la limpidezza delle acque.

Del resto, di questo si era parlato in questi giorni a Caminia di Stalettì nel forum sulla balneazione dati confortanti e confermati in questi giorni dal direttore scientifico dell’Arpacal, Antonio Scalzo e dal capo dipartimento provinciale Arpacal di Catanzaro, Francesco Nicolace, oggi vengono ribaditi e confermati quei dati, lo jonio non presenta fonti di inquinamento tali da vanificare il turismo, in pieno svolgimento.

Confortati da questi dati, e dal fatto che visivamente il mare del soveratese è pulito, i numerosi operatori turistici che avevano giustamente paura che l’inquinamento vanificasse il loro operato.

Chi deve vigilare su questo, problema datato? Prima in ogni comune costiero, era presente in ogni costruzione edilizia il pozzo nero per il deposito fognario, ora la situazione è notevolmente cambiata con la costruzione di depuratori, la cosa importante è sicuramente la manutenzione, si è passati forse troppo in fretta, dalle competenze regionali, alle province e da qui ai comuni, forse senza formare il personale preposto a tale compito. Per la zona del soveratese, cinque i comuni che si sono consorziati (Stalettì, Montauro, Gasperina, Montepaone e Petrizzi) convogliando i liquami presso un unico impianto di depurazione, sito in località Pasquali in agro di Soverato,senza particolari emergenze.

Articolo di Gianni Romano

Condividi

Lascia un commento

Your email address will not be published. Required fields are marked *